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Il V Conto Energia si esaurirà, l’ammonimento di IFI

pubblicato il: - ultima modifica: 7 Agosto 2020
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Foto di anncapictures da Pixabay

Nel discorso di apertura del Convegno che inaugura ZeroEmission Rome, manifestazione dedicata alle energie rinnovabili, alla sostenibilità ambientale, alla lotta ai cambiamenti climatici e all’emission trading, Alessandro Cremonesi, Presidente del Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), interviene ancora una volta sul V Conto Energia sottolineando la situazione di estrema difficoltà che l’industria italiana sta vivendo.

Oggetto del contendere è sempre lo stesso, ovvero la mancanza di risorse a sostegno del settore, dato che il tetto di 700 milioni di euro di spesa per i nuovi impianti previsto dal V Conto Energia, che avrebbe dovuto sostenere l’industria, potrebbe, secondo le stime, esaurirsi in meno di un anno, invece che in 5 semestri come previsto dal governo con il Decreto Ministeriale V Conto Energia, varato a luglio e in vigore dallo scorso 27 agosto.

“Dal momento che il settore non si trova in una condizione di grid parity e non riuscirà a raggiungere la piena autonomia economico-produttiva nel periodo di un anno, c’è il rischio reale che tutto il settore si fermi una volta raggiunti i 6,7 miliardi di euro di spesa annui” dichiara Cremonesi “In questi mesi lavoreremo per ricevere garanzie da tutti gli schieramenti politici candidati a formare il prossimo governo di intervenire in maniera costruttiva e stabile per protrarre il programma di incentivi fino al reale raggiungimento della grid parity”.

Altro motivo di preoccupazione dei produttori è legato alle pratiche aggressive e spregiudicate dei produtti cinesi. A questo proposito il Comitato IFI continua ad appoggiare l’azione di Eu ProSun, che raccoglie oltre una ventina di grandi compagnie manifatturiere europee nel settore fotovoltaico, attraverso la richiesta avanzata alla Commissione Europea di aprire un’investigazione formale sulle pratiche di antidumping da parte dei produttori cinesi.

Ma le parole di Cremonesi non hanno solo puntato il dito contro quello che secondo IFI non va e dovrebbe essere sistemato ma vogliono anche offrire spunti operativi.

“Stiamo parlando di un settore che in Italia occupa tra diretti e indotto almeno 120.000 posti di lavoro. Un settore che nel nostro Paese ha generato nel 2011 un volume d’affari pari ad alcune decine di miliardi di euro e che si è dovuto confrontare con un mercato in condizioni di turbativa, con un quadro normativo instabile e con un sistema creditizio che non ha dato fiducia all’industria e a tutta la filiera. Uno scenario che ha generato, oltre a un’oggettiva difficoltà nel garantire continuità d’impresa, anche un arresto negli investimenti in ricerca e innovazione, che invece rappresentano il valore da cui dovrebbe trarre origine il successo del Made in Italy nella produzione di energia solare. Per sostenere nuovamente gli investimenti in innovazione tecnologica proponiamo misure di intervento che prevedano crediti di imposta e l’istituzione di un fondo di dotazione di capitale con tassi agevolati presso il Ministero dell’Ambiente o dello Sviluppo Economico a disposizione delle aziende che producono ricerca e innovazione”.

Tra le proposte del Comitato IFI vanno evidenziate anche quelle che mirano a introdurre un bonus fiscale sugli utili reinvestiti in impianti fotovoltaici con tecnologia italiana e a restituire chiarezza alla composizione della bolletta sull’energia elettrica.

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