Il Comitato IFI, in una nota redatta insieme al Consorzio di Riciclo Cobat e indirizzata al Ministero dello Sviluppo Economico e al GSE ha denunciato il grave ritardo nell’entrata in vigore dei disciplinari che definiscono i requisiti dei sistemi e dei consorzi per il recupero e il trattamento dei moduli fotovoltaici a fine vita.
La questione è emersa nel corso dell’incontro “25 anni di Cobat, da Consorzio obbligatorio a Sistema multi filiera” durante il V Forum Qualenergia? di Roma, annunciata nell’intervento Michele Zilla, direttore generale di Cobat.
Sebbene RSE e GSE, a seguito di una serie di confronti con gli operatori del settore fossero già pronti a metà settembre con un testo definitivo circa i requisiti e le modalità operative inerenti ai consorzi di riciclo, quest’ultimo non è ancora stato licenziato da parte dei Ministeri competenti per materia.
Alessandro Cremonesi, presidente di Comitato IFI, coautore e sostenitore di tale denuncia, dichiara: “È un ritardo inaccettabile, che vanifica lo sforzo compiuto da tutti i produttori e gli importatori di celle e moduli fotovoltaici, nonché dai consorzi di riciclo, nell’allineamento alle norme e ai termini previsti dal Decreto Ministeriale del 5 luglio 2012, con una moratoria fissata al 31 dicembre 2012. Per adeguare le nostre aziende alle disposizioni normative, in parte già in vigore in regime di IV Conto Energia dal 1 luglio 2012, abbiamo dovuto affrontare investimenti onerosi. Un paventato allungamento dei tempi di moratoria dal 31 dicembre ai primi mesi del 2013 andrebbe a favorire in modo illegittimo e ingiustificato quelle aziende e quei sistemi consortili in ritardo nell’assolvere ai requisiti richiesti”.
“Un incomprensibile e sospetto ritardo che sta generando una legittima confusione tra gli acquirenti finali dei moduli fotovoltaici e che sta causando gravi difficoltà ai sistemi e ai consorzi per l’impossibilità di vedersi accreditati di fronte a produttori e importatori che ne richiedano l’adesione”.
“Non possiamo accettare deroghe temporali e non possiamo tollerare una totale iniquità di trattamento, una chiara disparità che danneggerebbe chi ha agito nel rispetto delle norme e dei requisiti imposti a luglio. Chiediamo pertanto al Ministero dello Sviluppo Economico, di procedere all’adozione del testo definitivo del disciplinare, una misura da intraprendere nell’immediato per evitare di danneggiare ulteriormente aziende e settori già ampiamente compromessi”.