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Ricarica auto elettriche: un sistema come quello dei cellulari

pubblicato il: - ultima modifica: 9 Maggio 2020
ricarica auto elettrica ubitricity

Il mercato delle auto elettriche è stato tutt’altro che spettacolare finora per due motivi: sicuramente l’alto costo dei modelli attualmente in vendita e, in secondo luogo, la poca autonomia dei veicoli collegata a una mancanza di infrastrutture di ricarica auto elettriche, che tedia i consumatori.

Anche il maggior produttore di auto elettriche, la statunitense Tesla, ha dovuto affrontare il problema focalizzando proprio nella mancanza di stazioni di ricarica gratuita un motivo di ostacolo alla crescita del suo business.

La soluzione, ovviamente accanto allo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica elettrica che piano piano procederà, potrebbe arrivare dalla Germania, dove Ubitricity, startup tecnologica con sede a Berlino, sta cercando di rendere disponibile un sistema “portatile” di ricarica auto elettriche, poco ingombrante e che possa sempre accompagnare il veicolo; entro la fine di quest’anno dovrebbero essere disponibili i primi 1.000 dispositivi di questo tipo.

Ubitricity ha deciso di affrontare il problema da un diverso punto di vista: invece di puntare su sistemi ingombranti o costosi, dislocati sul suolo pubblico o presso spazi commerciali, ha deciso di utilizzare un sistema portatile di ricarica auto elettriche, da lasciare nel bagagliaio dell’auto, che, una volta collegato a qualunque presa elettrica sia in grado di addebitare i consumi al suo sistema brevettato, che funziona con lo stesso concetto dei telefoni cellulari.

Il sistema è infatti molto simile all’infrastruttura cellulare per la fatturazione: il cliente dispone di un codice utente di fatturazione che, attraverso un apposito programma permette a Ubitricity di tenere traccia dei dati di utilizzo dell’energia elettrica consumata utilizzando quello specifico gestore di rete. Ubitricity addebiterà poi per ogni transazione circa 0,10€ per il servizio.

Il vantaggio fondamentale di questo approccio è che non sarà più necessario predisporre costose stazioni di ricarica ma semplicemente mettere a disposizione prese di alimentazione standard a cui collegare i dispositivi portatili.

Inoltre, il modello di business della società prevede la sovvenzione per l’acquisto del dispositivo rendendolo economicamente conveniente per il proprietario del veicolo elettrico.

Per Knut Hechtfischer, ceo e cofondatore di UbitricityCollegando la propria auto elettrica a casa e in ufficio, ecco che ho bisogno di due postazioni di ricarica. Quindi perché dovrei installare un sistema completo in due punti invece di avere un solo prodotto portatile con cui ricaricare l’auto? In questo modo si risparmierebbe dimezzando i costi dell’infrastruttura“.

La vera sfida per il successo del sistema sarà ovviamente la diffusione dei punti di ricarica; ovviamente per invogliare le organizzazioni, le imprese e gli enti pubblici a installare le prese di ricarica auto elettriche Ubitricity invece delle normali stazioni il fattore costo sarà determinante.

Pensiamo sia molto improbabile che gli enti pubblici investiranno pesantemente nei sistemi di ricarica tradizionali perché, al momento, non c’è nessun business plan chiaro sul loro rendimento economico e, secondo i dati del gestore tedesco RWE, al momento le poche stazioni installate in Germania hanno tassi di utilizzo molto basso, con invece elevati costi di installazione e manutenzione” continua Hechtfischer.

L’hardware di Ubitricity al contrario non è particolarmente complesso e rispetta gli standard elettrici esistenti: la presa è standard, con potenza, tensione, un fusibile, Rcd e con l’unico componente aggiuntivo che permette l’accesso e la successiva comunicazione con l’infrastruttura di rete elettrica per l’autorizzazione alla ricarica e la fatturazione dei consumi.

Al momento Ubitricity ha chiuso una prima serie di incontri per il finanziamento del progetto nel 2010 e sta per terminarne nel corso del primo semestre del 2013 una seconda; attualmente ha in corso alcuni progetti pilota con diversi gestori europei e statunitensi.

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