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WWF chiede di investire in rinnovabili ed efficienza energetica

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Foto di anncapictures da Pixabay

I forti investimenti nei combustibili fossili da parte delle istituzioni finanziarie internazionali (IFI) nei Balcani occidentali stanno ostacolando la conformità di questi paesi ai requisiti per l’adesione all’UE, secondo il nuovo rapporto Invest in Haste, Repent at Leisure (se investi frettolosamente, poi te ne penti) diffuso da See Change Net , CEE Bankwatch Network e WWF.

Nonostante la Croazia si prepari a entrare nella UE dal primo luglio e nonostante la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Banca Mondiale stiano riesaminando le loro strategie di prestito per il settore energetico, il rapporto rileva che le banche di sviluppo in Europa stanno spendendo nella regione 32 volte di più sui combustibili fossili rispetto alle fonti di energia rinnovabili (esclusa l’energia idroelettrica).

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I Balcani occidentali, quindi, stanno andando nella direzione opposta rispetto agli obiettivi della UE in materia di cambiamento climatico per gli anni 2020, 2030 e il 2050, nonostante tali obiettivi diventerebbero un obbligo per l’accesso nell’Unione Europea.

Le organizzazioni che hanno stilato il rapporto chiedono lo stop degli investimenti pubblici internazionali verso i combustibili fossili e di altre forme insostenibili di energia e un aumento delle iniziative in materia di efficienza energetica residenziale e risparmio energetico.

Per sostenere invece una politica di investimento nelle fonti energetiche rinnovabili il WWF in tutto il mondo ha lanciato una petizione globale che chiede proprio di finanziare il futuro delle energie rinnovabili e non il passato delle energie fossili.

Il rapporto mostra inoltre che:

  • quasi la metà dei prestiti nel settore energia della BERS, il più grande finanziatore pubblico della regione, hanno sostenuto i combustibili fossili, con solo il due per cento del suo portafoglio allocato per le fonti energetiche rinnovabili non idroelettriche e un ulteriore 23 per cento di supporto all’energia idroelettrica
  • i combustibili fossili rappresentano il 36 per cento di tutti i finanziamenti per l’energia IFI nella regione, ovvero 597,3 milioni di euro, di cui 310,1 milioni di euro per l’idroelettrico e per le fonti rinnovabili appena 18,5 milioni di Euro, l’1%
  • l’efficienza energetica, che ha un alto potenziale per affrontare la scarsità energetica nella regione e impedire nuove infrastrutture insostenibili, costituisce solo il 17 per cento del portafoglio energetico IFI , ovvero 288,8 milioni di euro

Nella prefazione del rapporto Invest in Haste, Repent at Leisure, il Commissario europeo per il clima Connie Hedegaard ha scritto che il supporto per l’efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili è in ritardo, mentre i governi di tutto il mondo spendono centinaia di miliardi di dollari di sovvenzioni per una incipiente catastrofe.

“I paesi dei Balcani, sostenuti dalle istituzioni finanziarie internazionali, stanno andando nella direzione opposta a quella dell’Europa nel 2020, il 2030 e il 2050 circa gli obiettivi in materia di produzione di energia sostenibile. Questo è totalmente inaccettabile per le istituzioni che hanno un ruolo molto specifico nel sostenere nuovi investimenti, sostenibili per l’economia e l’ambiente, piuttosto che semplicemente investire in qualunque attività venga proposta”.

“Le stime mostrano che è fino a 10.000 volte più conveniente risparmiare una unità di energia che generare una nuova unità. Chiediamo alla UE di adoperarsi perché questa diventi la priorità numero uno delle istituzioni finanziarie pubbliche” ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima & Energia del WWF “e quindi garantire che ogni nuova infrastruttura energetica sia pienamente sostenibile. Chiediamo anche che vi sia piena trasparenza da parte delle aziende e utilities europee sui propri progetti in quest’area, a partire da quelle italiane”.

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