Home Curiosità Il mare è un bene comune, da difendere! Parola di Luca Zingaretti

Il mare è un bene comune, da difendere! Parola di Luca Zingaretti

pubblicato il: - ultima modifica: 6 Agosto 2020
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Foto di anncapictures da Pixabay

luca-zingaretti-appello-wwfLuca Zingaretti si schiera con il WWF contro le trivelle nel Canale di Sicilia. L’attore, diventato un simbolo della tutela della Sicilia grazia al celebre personaggio del commissario Montalbano, ora difende la sua isola dalle esplorazioni petrolifere appoggiando la campagna del WWF Sicilia: il petrolio mi sta stretto.

In un suggestivo video girato sulle scogliere selvagge di Pantelleria, l’attore guarda un orizzonte di mare libero e incontaminato, lo stesso in cui, se i progetti dello stato vanno in porto, potrebbero sorgere nuove piattaforme petrolifere, e invita tutti a firmare la petizione del WWF per scongiurare il rischio trivellazioni in un mare unico e ricchissimo di vita e creare una nuova area protetta a Pantelleria, l’unica isola del Canale di Sicilia a non essere tutelata.

“Il Mediterraneo è un mare prezioso, che nutre e abbraccia paesi e popoli diversi tra loro” dice l’attore Luca Zingaretti nel video-appello “Il Mediterraneo è un mare importante e il suo cuore pulsante è il canale di Sicilia, un patrimonio di biodiversità unico, dove molte specie rare vengono a riprodursi. L’isola di Pantelleria è circondata di richieste di trivellazioni petrolifere, ma il Mediterraneo è anche un mare chiuso, e uno sversamento comporterebbe danni irreparabili, non solo qui ma in tutte le sue coste. Entro il 24 ottobre firma la petizione del WWF, contro le trivelle, per il parco marino di Pantelleria. Il mare è un bene comune, spetta a noi proteggerlo”.

Per il WWF Pantelleria è un Eden in mezzo al mare. Attorno all’isola quest’estate si sono viste centinaia di tartarughe marine, due balenottere, le mobule (ovvero le mante del Mediterraneo), tonni e pesci di ogni tipo. È stata sorvolata da fenicotteri, cicogne, falchi, aquile addirittura di provenienza asiatica dirette in Africa.

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Un gioiello nero di ossidiana e verde di macchia mediterranea e giardini con aranci secolari, le cui economie e tradizioni dipendono dal mare, dal paesaggio agrario, dalla natura incontaminata che conserva. Ma Pantelleria è l’unica isola del Canale di Sicilia a non essere protetta.

A ridosso delle sue scogliere una concessione per l’estrazione petrolifera data prima del 2010 non scompare con l’applicazione del Decreto Passera e l’isola, rischia di essere rovinata dalle piattaforme e sporcata dagli sversamenti routinari o da possibili incidenti, che tutti ci auguriamo non avvengano mai.

Dove tutti passano, dove la natura è un paradiso, dove c’è equilibrio tra l’uomo e il mare, lo stato italiano vorrebbe trasformare un tragitto libero in una corsa a ostacoli, permettendo la costruzione di piattaforme petrolifere. È possibile dire di no, unendo la propria voce a quella di 35.000 italiani che hanno già firmato la petizione Sicilia: il petrolio mi sta stretto.

L’appello di Zingaretti apre l’ultima decina di giorni utili per firmare la petizione e salvare l’isola dal petrolio. Tra le prossime iniziative, la Rolex Cup Middle Sea Race, regata velica internazionale che da 34 anni si svolge proprio nel Canale di Sicilia: da sabato 19 ottobre la barca Sagola Biotrading, che ha sposato la campagna, porterà il messaggio anti-trivelle regatando proprio nel mare che si vuole salvare.

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