Approvando il report che il relatore Vittorio Prodi ha intitolato Una strategia europea in materia di rifiuti di plastica nell’ambiente, il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea a stabilire azioni per eliminare progressivamente, entro il 2020, lo smaltimento in discarica dei rifiuti riciclabili e recuperabili, senza tuttavia incentivare l’incenerimento.
Si chiede infatti esplicitamente che i rifiuti di plastica non siano utilizzati per il recupero di energia, a meno che tutte le altre possibilità siano state esaurite; in oche parole, le plastiche devono essere riciclate!
Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale in direzione della rinnovabilità della materia, perché come ha spiegato Vittorio Prodi il parlamento europeo ha chiesto una svolta decisa rispetto alle pratiche fin qui largamente tollerate, in base alle quali il 79% dei nostri rifiuti plastici finisce nelle discariche o negli inceneritori invece di incentivare la nostra economia sotto forma di materiali secondari di scarto. Stiamo parlando di 20 milioni di tonnellate di materiale che non può essere gettato via.
Seconda la strategia europea in materia di rifiuti di plastica il potenziale economico del riciclaggio di materie plastiche è ancora in gran parte non sfruttato e, attualmente, solo il 25% dei rifiuti plastici sono riciclati; si tratta di una stima molto incerta a causa dei deficit sulla contabilità dei flussi di materia, ma la percentuale molto bassa è certamente indicativa.
Se ben applicata, la normativa UE sui rifiuti potrebbe portare entro il 2020 a un risparmio di 72 miliardi di euro l’anno, incrementare il fatturato annuo dell’UE di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti, nonché creare oltre 400.000 posti di lavoro.
Ma per raggiungere quest’obiettivo gli incentivi economici non bastano.
“Al contempo” spiega Vittorio Prodi “proponiamo da un lato di finanziare in via prioritaria le infrastrutture di riciclaggio rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento dei rifiuti, dall’altro di motivare e incentivare i cittadini e le imprese ad adottare il concetto di economia circolare”.