La crisi economica nei paesi occidentali sta diventando strutturale e non si può pensare che tutto tornerà come prima. Molte aziende non sono più competitive e stanno chiudendo o saranno costrette a farlo nei prossimi anni.
Tante persone, giovani e meno giovani, dovranno inventarsi un nuovo lavoro. E fra questi gli imprenditori. Diventa quindi indispensabile un cambio di paradigma per trasformare la crisi in opportunità, per sviluppare un modello di vita più sostenibile non più incentrato sulla crescita e sul profitto, ma sul valore sociale e umano dei nuovi beni e servizi che verranno creati.
Motore del cambiamento sarà come sempre l’individuo che si organizza, da solo o con altri, per creare nuova ricchezza per la società in cui vive. L’imprenditore è per sua natura creativo, flessibile e orientato al cambiamento e dunque può iniziare questo cammino.
Per questo motivo l’Associazione Paea ha progettato e realizzato il primo Ufficio di Scollocamento a partire dal maggio 2011 elaborando l’idea di Valerio Pignatta che parlava di disinserimento dalla società e che Simone Perotti e Paolo Ermani hanno poi trasformato nell’idea dell’Ufficio di Scollocamento.
L’Ufficio di Scollocamento per Imprenditori è rivolto a chi vuole emanciparsi e iniziare un percorso di disintossicazione dal business fine a sé stesso, da un modello economico e di società che non gli appartiene più o che forse non gli è mai appartenuto. Spesso infatti gli imprenditori applicano modelli stereotipati non aderenti alle loro vere inclinazioni e sensibilità.
L’ufficio di Scollocamento per Imprenditori guarda a tutti quelli che vogliono impegnarsi per una nuova etica del lavoro e del fare impresa non più legata al guadagno e al consumo sfrenato ma alla qualità della vita e al suo valore umano e sociale. L’idea nasce da culture ed esperienze vicine al pensiero della decrescita, a quello ambientalista, al neopauperismo, al downshifting, al recupero della manualità e a tutte le numerose correnti di pensiero che animano l’ampio tentativo di costruire una cultura alternativa.