Ecco da dati ENEA e I-Com quanto emerge la necessità di agire su incentivi per il mutuo casa e promuovere la ristrutturazione per l’efficienza energetica.
Sia che si accenda per acquistare una casa, sia che si scelga per ristrutturarla, una soluzione sempre più comune a tutti i consumatori attenti al risparmio è quella di trovare un mutuo online vantaggioso: l’abbattimento dei costi infatti, consente il più delle volte di porre attenzione sulle proprie esigenze e allo stesso tempo di non andare a intaccare eccessivamente il proprio risparmio.
Sempre più diffusi attraverso i portali di confronto online, dove è possibile comparare i prodotti di Mutuo Arancio e di altre banche online, per esempio, non riescono tuttavia ad arginare la forte crisi che il mercato immobiliare, sia della vendita di immobili ex novo che per la loro ristrutturazione, sta attraversando da un anno a questa parte.
Sono infatti deludenti i dati registrati da ENEA in collaborazione con I-Com, che vanno a sommarsi a quelli già scoraggianti del rapporto Fiaip degli agenti immobiliari: un numero molto basso quello degli edifici venduti e acquistati nel 2013 e una situazione disastrosa per quanto riguarda la loro aderenza a norme di efficienza energetica.
Si stima infatti che il 20% delle case realizzate risponda alla classe energetica G e che il 70% di quelle già ristrutturate e messe sul mercato aderisca proprio alla stessa linea d’onda. Se poi si guarda alla percezione che ne hanno i potenziali venditori e acquirenti, lo spavento è triplicato.
Infatti si registra una ignoranza sul tema per il 70% di chi aspira a vendere casa, seguita dal 50% dei futuri possessori di abitazione, che dichiarano di non sapere molto sul tema. Più rosee le aspettative se guardiamo agli agenti immobiliari, che vogliono approfondire il problema nell’oltre 60% dei casi e che non conoscono proprio nulla sull’efficienza energetica solamente per il 9% dei casi analizzati.
Si parla poi di un 60% di intervistati del settore particolarmente deluso dalla situazione, che ritiene inutile la legge che ha sancito l’obbligo di certificazione energetica: infatti, come ci rivela Antonio Disi dell’ENEA, le leggi non sono state efficaci e non hanno agito sull’incremento della sensibilità al problema.
Un evento riscontrabile dal punto di vista economico soprattutto “questi fattori indicano sicuramente una scarsa sensibilità verso il tema del risparmio energetico perché” dice Disi “l’extracosto di un intervento di efficientamento va dal 10 al 15% del totale ma permette di portare risparmi nei consumi in media del 35 percento”.
Ovviamente di questo si parla troppo poco, se i risultati sono così bassi. Per parlare di mutui, l’ENEA auspica un intervento per semplificare e creare nuovi modi di finanziare chi cerca di riqualificare la propria casa, sia a scopi di vendita sia per responsabilità verso l’ambiente e la propria bolletta. Un piccolo passo è stato fatto nella direzione giusta, parlando di incentivi.
Come sostiene infatti Disi “i bonus hanno avuto un effetto positivo soprattutto per l’avanzamento tecnologico di un settore come quello dell’edilizia che di solito è lento a reagire, come ad esempio l’introduzione delle caldaie a condensazioni che in molti casi non sono ancora installate nelle nuove costruzioni ma sono inserite nelle riqualificazioni, segno che in Italia si vende in prevalenza grazie all’immagine”.
Tuttavia i risultati non sono ancora tanto felici, se si pensa che per ben il 63% dei casi gli incentivi vengono guardati con occhio sospettoso, nonostante l’azione fortemente promozionale da parte degli agenti (91% dei casi). Secondo Disi allora bisogna che il bonus sia stabilizzato nel tempo e reso più semplice agli occhi degli interessati. Altro punto che andrà toccato, oltre all’intervento legislativo necessario e l’incremento dei bonus, sarà quello del ricostruire e rinnovare tutta la filiera edile: gli attori sono pochi e frammentati, una situazione che certo non contribuisce a modificare lo stato delle cose.