Questo articolo è stato pubblicato dal magazine online GreenReport.it e può essere consultato integralmente qui: La Cina (ri)vince la gara dell’energia pulita: l’Italia scende dal sesto all’undicesimo posto
Un recente focus del Pew Charitable Trust sulle fonti energetiche rinnovabili mostra come l’energia pulita valga a livello mondiale circa 250 miliardi di dollari all’anno.
Il Pew Charitable Trust, negli ultimi cinque anni, ha monitorato le tendenze di investimento e di finanziamento nelle economie più importanti del mondo e nel suo nuovo rapporto Who’s Winning the Clean Energy Race? 2013 sottolinea che durante questo periodo, l’industria dell’energia pulita è stata scossa dalla recessione globale, da ampi cambiamenti nei mercati energetici e dall’incertezza che circonda le politiche internazionali in materia di energia pulita e cambiamento climatico.
Ma nonostante queste sfide, il settore dell’energia pulita è ormai una componente da 250 miliardi di dollari all’anno dell’economia mondiale.
Il rapporto Pew evidenzia che anche se globalmente i clean energy investment in fonti rinnovabili, biocarburanti, smart energy e stoccaggio di energia sono scesi dell’11% nel 2013 (a 254.000 milioni dollari), una serie di sviluppi indicano un futuro promettente per l’energia pulita.
Primo, i prezzi delle tecnologie di punta come l’eolico e il solare sono scesi costantemente per decenni; sono sempre più competitivi se confrontati con le fonti di energia convenzionali vecchie di secoli, ma finanziariamente più volatili. Secondo, i produttori di energia pulita, progredendo, hanno efficacemente resistito a forti pressioni competitive, consolidamenti e cambiamenti politici.
Nel 2013 la fiducia degli investitori sul futuro a lungo termine dell’energia rinnovabile si è stata rafforzata nei clean energy stock indexes, che sono aumentati notevolmente nel corso dell’anno. Terzo, i mercati dei Paesi in via di sviluppo in rapida crescita stanno prosperando; queste economie vedono la generazione distribuita come un’opportunità per evitare investimenti in sistemi di trasmissione costosi, paragonabile alla diffusione dei telefoni cellulari, confrontata con le costose infrastrutture di rete fissa. Anche nei contracting markets dell’Europa e delle Americhe, dove è stata colpita l’industria in generale, i policymakers hanno ricalibrato, piuttosto che abbandonato, le politiche per l’energia pulita.
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