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Kinexia, il merger con Sostenya rifà il look alle rinnovabili tricolori

pubblicato il: - ultima modifica: 6 Agosto 2020
Colucci Pietro Kynexia

Colucci Pietro Kynexia“I giovani corrono più veloce, ma gli anziani conoscono la strada”: è con queste parole che il presidente di Kinexia Pietro Colucci, nella splendida cornice di Palazzo Clerici a Milano, la scorsa settimana ha introdotto la presentazione del piano industriale 2014-2018 della holding di partecipazioni finanziarie attiva nel campo delle energie rinnovabili e dell’ambiente.

Un nuovo progetto che, con ricavi complessivi al 2018 previsti per 264 milioni di euro e forte del progetto sulle Smart City della controllata Innovatec, contempla il merger tra Kinexia e il socio di riferimento nonché controllante di Waste Italia Gruppo Sostenya, aumentando ulteriormente il posizionamento del marchio nel mondo della Green Economy.

D’altro canto, nel nuovo corso che il Gruppo intraprenderà, la responsabilità verso il futuro delle energie verdi nel Paese si riflette in un rinnovato interesse verso le giovani leve, come testimoniato dall’accordo siglato con l’Università Cattolica del Sacro Cuore relativamente al progetto di recruiting e formazione denominato Altis.

“Le linee strategiche del piano accrescono e rafforzano il posizionamento di Kinexia nel settore dell’ambiente, grazie all’integrazione con il Gruppo Sostenya, leader, tramite Waste Italia, nel settore della gestione dei rifiuti e dei servizi per l’ambiente, permettendo di massimizzare le sinergie attualmente esistenti tra i due gruppi e ottenendo, in questo modo, anche un risparmio dei costi” ha proseguito Colucci.

Più nel dettaglio, il piano successivo al merger, con un Ebitda di 79 milioni di euro e approvato dagli organi amministrativi lo scorso 3 aprile, prevede la possibilità di aggiungere valore alla nuova filiera integrata, attraverso la progettazione di impianti operativi dalla fase di raccolta fino a quella di smaltimento dei rifiuti; un focus sull’efficientamento energetico delle strutture grazie al potenziamento della produzione da fonti rinnovabili; una decisa spinta verso l’internazionalizzazione, per mezzo di una maggiore competitività da ottenere attraverso investimenti massicci nelle aree dei Brics.

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