A oggi 135 candidati di tutte le liste e partiti più importanti alle elezioni del 25 maggio ci hanno messo la faccia, aderendo all’appello del WWF Creare una nuova Europa per il Pianeta, convinti che il riscatto e il rilancio dell’Europa possa essere giocato proprio sul terreno delle sfide ambientali e per lo sviluppo sostenibile, che hanno riflessi determinanti sulle scelte politiche, economiche e sociali del vecchio continente.
Sfide che hanno consentito di consolidare negli ultimi 20 anni una leadership dell’Europa su scala globale che non può e non deve essere abbandonata, ma rilanciata. Il WWF ricorda che c’è ancora questa settimana per sottoscrivere l’appello perché la pressione diventi sempre più forte.
Nell’assenza nei comizi elettorali delle questioni ambientali i 135 candidati italiani (sono 670 a oggi in Europa), aderendo all’appello WWF hanno deciso di ricordare a tutti, sottoscrivendo gli impegni illustrati nel Manifesto del WWF, che nella nuova legislatura il Parlamento europeo dovrà: affrontare il cambiamento climatico, passare a un’economia efficiente nell’impiego delle risorse; fermare la perdita di biodiversità; incoraggiare consumi più sani, equi e sostenibili; assicurare acque pulite e salubri; salvaguardare l’ambiente in modo da garantire il benessere umano in tutto il mondo; bloccare il commercio illegale di legname e fauna selvatica; garantire un’agricoltura sostenibile; ripristinare gli stock ittici.
Le sfide ambientali ed energetiche che il nuovo govermo europeo si troverà ad affrontare sono molteplici, come lo sono anche gli appelli e le richieste di chiarezza edi trasparenza sulle future scelte dei partiti politici. Così, oltre all’appello ambientalista del WWF, ricordiamo anche le richieste in campo energetico rivolte da assoRinnovabili ai partiti italiani.
Il WWF ricorda che se la fiducia dei cittadini nel progetto europeo è al minimo storico, con solo il 31% dei cittadini europei che ha fiducia nell’Unione Europea, sui temi ambientali, invece, si registra una diffusa sensibilità: il 95% dei cittadini UE percepisce la protezione dell’ambiente come importante e l’81% sostiene la normativa ambientale comunitaria, convinto che contribuisca a risolvere le problematiche ambientali (fonte Eurobarometro).
“Si deve puntare sull’ambiente per uscire da questa crisi di sistema, bisogna passare dal fiscal compact al wellbeing compact, a un nuovo patto sociale per bene del Pianeta e per il benessere e il progresso della società, basato sull’equità, l’innovazione e l’efficienza nell’uso delle risorse, la tutela e la valorizzazione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici” sostiene il WWF, che aggiunge “L’ecologia è parte integrante dell’economia: sono 5 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Europa conseguendo gli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 su clima e energia (fonte: Commissione Europea, 2012) e sono già oggi 14,6 milioni i posti di lavoro che sono assicurati dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici (Commissione Europea, 2011)”.
Secondo il WWF si deve ridurre l’impronta ecologica dell’Europa per rispettare i limiti delle risorse del Pianeta, definendo indicatori di equità sociale e di benessere che consentano di andare oltre al calcolo del PIL, facendo scelte economiche più efficienti e innovative in grado di assicurare posti di lavoro e prosperità alle attuali e alle future generazioni. Il WWF valuta che per mantenere l’attuale stile di vita del cittadino europeo (con alti consumi di risorse naturali e levati livelli di emissione di gas serra) ci sarebbe bisogno di 2,8 pianeti.
Di tutto ciò sono convinti i 135 candidati che hanno sottoscritto l’appello del WWF sulle elezioni europee: 38 del M5S, 33 dei Verdi/Green Italia, 32 della Lista Tsipras, 23 del PD, 4 di Scelta Europea, 3 di Forza Italia, 1 dello NCD e 1 di FdI.
C’è un buon equilibrio di genere: sui 134 candidati, 59 sono donne e 76 uomini. La distribuzione geografica vede 36 candidati a parimerito nei collegi Nord Ovest e Centro, segue il Nord Est e il Sud con 29 e le Isole con 5. Le donne candidate che hanno sottoscritto l’appello sono il 62% (18 su 29) del totale dei candidati che hanno aderito all’appello nel Nord Est, il 48% dei candidati (14 su 29) al Sud, il 36% (12 su 33) al Centro. Nel Nord Ovest le donne sono 1/3 dei candidati che hanno aderito (12 su 36) e nelle Isole invece tutti i candidati aderenti sono solo uomini (5).
I candidati absolute beginners (che per la prima volta andrebbero nel Parlamento Europeo) sono 124 e le liste di riferimento per i neofiti sono nell’ordine M5S, seguito dalla Lista Tsipras e dei Verdi/Green Italia a parimerito. I candidati veterans (che sono o sono stati europarlamentari) sono 12. Di questi 11 sono attualmente europarlamentari: 8 del PD (Pino Arlacchi, Salvatore Caronna, Sergio Cofferati, Andrea Cozzolino, Francesco De Angelis, Mario Pirillo, Gianni Pittella e Andrea Zanoni), 2 di Forza Italia (Susy de Martini e Paolo Silvestri), 1 di Scelta Europea (Nicolò Rinaldi). A cui si aggiunge, a completare la pattuglia dei 12, tra gli ex europarlamentari Monica Frassoni, dei Verdi/Green Italia.