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Bordighera: tre mesi di test per il Biocomposter di rifiuti organici

pubblicato il: - ultima modifica: 10 Agosto 2020
biocomposter

biocomposterLa proposta è stata avanzata lunedì 7 luglio, a Palazzo Garnier, nel corso di un meeting in cui erano presenti il Sindaco Giacomo Pallanca, il Vicesindaco Massimiliano Bassi, l’Assessore Cristina Bulzomì, i responsabili della Docks Lanterna, Magnus Wesslén della Joraform e i rappresentanti della Musa Srl, ditta che importa da anni le innovative tecnologie provenienti dalla Svezia.

È stata proprio la Docks Lanterna, dopo un attenta ricerca di macchine che producessero biocelle per la regolazione dei rifiuti organici raccolti, a contattare la Joraform.

Da qui è nata la possibilità, per Bordighera, di diventare la prima città in Italia a utilizzare l’ultimo macchinario della consolidata azienda svedese.

Si chiama Biocomposter ed è un parallelepipedo ultratecnologico lungo quasi sei metri, largo due e con un’altezza che supera di poco i due metri. Il suo funzionamento è studiato per gestire l’umido, cioè quella tipologia di rifiuto che, da sola, rappresenta il 57% dei rifiuti cittadini.

Dopo essere immessi nella bocca del macchinario, i rifiuti passano attraverso due camere dove subiscono una lavorazione in ambiente aerobico, cioè in presenza di ossigeno. Questo è fondamentale dal punto di vista dell’inquinamento: l’attività aerobica consente lo sviluppo di microorganismi che vanno a incidere sulla qualità del prodotto finale. Dopo un ciclo complessivo di circa ventotto giorni, infatti, la macchina produce humus, un terriccio secco e nutriente già pronto per essere distribuito nei giardini o donato alle aziende agricole che si stanno convergendo al biologico.

Durante il ciclo non viene prodotto metano, quindi non c’è inquinamento, e nemmeno cattivi odori. La presenza di due camere, poi, fa sì che la spazzatura appena inserita non vada in contatto con il prodotto in compostaggio: ulteriore garanzia per i terreni.

Dopo averlo utilizzato per anni in Svezia, la Joraform ha iniziato a esportare in tutta Europa i suoi prodotti, dai più piccoli, pensati per singole famiglie, a quelli per condomini e città, come il Biocontainer. Questo perchè proprio in Svezia le discariche sono diventate illegali già negli anni Novanta, quando è iniziata la ricerca della ditta nel campo del compostaggio.

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