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Embargo: un airbag di latte in polvere per salvare gli allevamenti

pubblicato il: - ultima modifica: 6 Agosto 2020
latte in polvere

latte in polvereUn impianto per il latte in polvere per salvare le stalle italiane dal crollo dei prezzi e dall’embargo russo.

Ci servirebbe, spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia, sia per gestire le eventuali eccedenze sul mercato sia per calmierare le speculazioni al ribasso in caso di boom delle importazioni dall’estero.

In pratica si tratta di un airbag economico in più per gli allevamenti e per le migliaia di persone che lavorano nel settore.

Un impianto simile già opera in Piemonte e lavora oltre 180mila tonnellate di latte all’anno, pari a circa l’8% del totale del latte che non viene destinato ai caseifici dei grandi formaggi Dop come per esempio Grana e Parmigiano.

“Per piazzare il prodotto si dovrebbe lavorare su due fronti” dice Prandini “da una parte accordi di filiera con le industrie dolciarie per l’utilizzo del latte liofilizzato italiano nei loro prodotti, come sta già facendo la Ferrero in Piemonte grazie all’accordo con Coldiretti e gli allevatori. La seconda strada sarebbe invece quella di andare all’estero in paesi come per esempio la Cina dove è in continua crescita la domanda di latte in polvere di alta qualità, come quello italiano”.

Per realizzare l’impianto, a favore del quale si è schierato anche l’assessore all’agricoltura della Lombardia Gianni Fava, servono circa 20 milioni di euro.

“L’idea” afferma Prandini “è di creare una grande alleanza pubblico privata, coinvolgendo le regioni, il sistema degli allevamenti e i consorzi agrari, sull’asse lombardo-veneto, in modo da soddisfare le esigenze di territori molto simili dal punto di vista agricolo e che insieme mungono ogni anno circa 5 milioni e mezzo di tonnellate di latte, la metà di tutto quello prodotto in Italia”.

Il polverizzatore sarebbe quindi la valvola di sfogo del mercato del latte quando la pressione al ribasso dei prezzi alla stalla diventa troppo forte e soprattutto quando le importazioni dall’estero tendono ad annacquare il valore del vero latte fresco italiano.

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