Un investimento di 22 milioni di euro per un impianto solare che mira a produrre 50 MW l’anno: il fotovoltaico italiano sbarca in Marocco.
Sebbene fino a qualche anno fa ci fosse ancora diffidenza verso le energie alternative, sembra che finalmente si sia sbloccato qualcosa nella mentalità di imprenditori e consumatori. Se è vero che i primi sono sempre più attenti al concetto di sostenibilità dei processi produttivi, anche i secondi non mancano di adottare piccoli accorgimenti per tutelare l’ambiente.
Se infatti qualche tempo fa, al momento di porre le tariffe di energia elettrica a confronto la preoccupazione principale era la loro convenienza, oggi molti preferiscono spendere un po’ di più pur di assicurarsi una fornitura proveniente da fonti rinnovabili.
Conseguenza di questi trend è stato un maggior flusso di investimenti dedicati ai settori green. Il fotovoltaico, in particolare, sebbene penalizzato dallo Spalma Incentivi per il quale assoRinnovabili ha denunciato all’Ue lo Stato italiano, è l’ambito in cui si è registrata un’attività più intensa. E proprio questo settore ha visto realizzarsi un importante investimento negli ultimi giorni: già, perché il fotovoltaico italiano sbarca in Marocco.
Il progetto si chiama Solar Breeder e ha come obiettivo quello di realizzare un distretto industriale autoalimentato grazie all’energia solare. A coordinare il tutto Kenenergia, la nuova società dell’ex presidente di assoRinnovabili Giovanni Simoni, in collaborazione con Brandoni Solare, Friem, Kenergia Sviluppo, Moroni & Partners, Raptech e RSE. Il progetto vedrà inoltre il coinvolgimento della società locale SIE (Societé d’Investissment Energetique).
L’impianto verrà costruito grazie a un investimento di oltre 22 milioni di euro, cifra alla quale concorrerà anche il partner marocchino nella misura del 35-40%. Obiettivo iniziale del progetto è quello di raggiungere una produzione di 50 MW fotovoltaici.
L’accordo è stato siglato il 6 novembre a Casablanca, alla presenza dei ministri marocchini dell’Energia e dell’Economia e delle Finanze, oltre che del direttore generale dell’Onee, paragonabile all’Enel locale.
“La sfida che abbiamo di fronte è quella di affrontare con le PMI i nuovi mercati dell’energia rinnovabile” commenta Giovanni Simoni “e solo con uno sforzo coordinato e d’intesa con le istituzioni locali, sia pubbliche che private, si può raggiungere lo scopo. L’accordo firmato rappresenta solo il punto di partenza di un processo di intese e di investimenti che vedrà coinvolte, oltre alle italiane che ci seguono, anche le banche locali, la Sie e investitori privati”.