In Italia i comuni fanno a gara per mostrare le loro percentuali di raccolta differenziata, ma solo pochissimi comuni riacquistano prodotti realizzati in materiale riciclato, che è l’unico modo per far vedere concretamente ai cittadini il risultato del loro impegno nel differenziare i rifiuti.
La Toscana, per esempio, eccelle nel riciclo delle plastiche, ma i comuni latitano nel riacquisto. Lo scrive Greenreport.it nell’intervista ad Alessandro Trentini, fondatore di Green Projects, azienda che dal 2011 commercializza arredi urbani realizzati con le plastiche eterogenee raccolte, selezionate e poi riciclate, dotate della certificazione di sicurezza Tuv e di quella rilasciata dall’Ippr per i prodotti in plastica riciclata, che è il marchio PSV (Plastica seconda vita) da raccolte differenziate.
“Ancora oggi ci sono comuni che non conoscono i vantaggi dei prodotti riciclati” spiega Trentini “che pure presenta dei vantaggi enormi rispetto al legno: la spesa iniziale che è sicuramente più alta degli arredi in legno è riassorbita in pochi anni, visto che panchine, tavoli, staccionate, pavimentazioni e giochi in plastica riciclata non hanno bisogno di alcuna manutenzione: non vengono attaccati dalle muffe, non subiscono gli agenti atmosferici e sono impenetrabili anche ai vandalismi: insomma, la costosa e infinita manutenzione di cui hanno bisogno gli arredi in legno, con i nostri materiali non serve, perché sono praticamente eterni”.
Insomma, lo slogan se non li ricompri, che differenza fa? di qualche anno fa è ancora attualissimo, perché in Italia, mentre tutti i comuni fanno a gara nell’indire conferenze stampa per incensare le loro percentuali di raccolta differenziata, solo pochissimi comuni riacquistano prodotti realizzati in materiale riciclato, che è l’unico modo per far vedere concretamente ai cittadini il risultato del loro impegno nel differenziare i rifiuti.
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