La crisi colpisce il florovivaismo lombardo. In cinque anni, spiega la Coldiretti regionale, il settore ha perso 30 milioni di euro di giro d’affari.
Il business del verde è passato dai 245 milioni di euro del 2008 ai 215 milioni del 2013. E anche il 2014 è stato un anno di sofferenza.
Il comparto risente della concorrenza straniera, dell’andamento climatico anomalo e del calo degli ordini da parte della pubblica amministrazione e del settore edilizio sulla preparazione degli spazi verdi nei condomini. Su tutto pesa la crisi dei consumi, che ha portato le famiglie a ridurre le spese, tra cui quella di piante e fiori.
Tra 2012 e 2013 in tutta la filiera lombarda, le aziende sono passate da 5.559 a 5.228 con un calo di oltre 300 unità. Tra le province il record negativo spetta a Como, dove hanno chiuso i battenti 151 imprese. Saldo in rosso anche per Mantova (-66), Bergamo (-65), Sondrio (-46), Varese (-46), Brescia (-46), Lecco (-20), Cremona (-18), Pavia (-8). Uniche eccezioni Milano (+113) e Monza Brianza (+21). Stabile invece Lodi (+1).
Per far fronte alla crisi le aziende vivaistiche più strutturate guardano all’estero mentre le piccole imprese provano a reinventarsi, passando per esempio dal settore della costruzione del verde a quello della manutenzione.
“Il florovivaismo” afferma Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia “è un settore strategico per la nostra agricoltura dove esiste una grande professionalità e che dà lavoro a 15mila persone”.
Con il 10% della produzione vivaistica nazionale, la Lombardia è la seconda regione nel settore del florovivaismo, dietro solo alla Toscana (45%).