Negli ultimi anni i dati sulla diffusione degli impianti che utilizzano le energie rinnovabili hanno segnato un netto rialzo in Italia in generale e in Puglia in particolare.
È segno di una presa di coscienza che si sta facendo strada per la tutela dell’ambiente soprattutto con la diffusione del fotovoltaico che per famiglie e imprese significa anche risparmio.
Gli italiani sono sempre più attenti e informati anche grazie agli strumenti digitali che permettono di calcolare le spese per la riconversione del proprio impianto.
L’Italia risulta quindi sulla buona strada, dopo un periodo di stallo negli anni tra il 2011 e il 2013 rispetto ad altre nazioni europee, quali la Germania, la Svezia, la Danimarca, il Regno Unito, che pure hanno investito nella green economy e nelle innovazioni dell’apparato tecnico produttivo degli impianti.
L’Europa, prima con il trattato di Kyoto e dopo con gli accordi per abbassare entro il 2020 del 60% le emissioni di gas serra, ha portato il nostro paese su un percorso virtuoso.
Solo nel biennio 2013-2014 le obbligazioni verdi emesse sono state pari a 42 miliardi e l’obiettivo, previsto per il 2015, è di arrivate a 100 miliardi. Tutto questo accade in un congiuntura finanziaria ancora influenzata dalla crisi, dove si sono registrati 6 milioni e mezzo di impiegati in questo campo soltanto in Europa.
Nel quadro degli interventi da parte della finanza globale, anche l’Italia beneficia di consistenti fondi europei per il mercato della produzione di energia pulita. L’Europa infatti prevede di erogare 50 miliardi di euro all’anno tra il 2014 e il 2020 e in più, per l’Italia si può attingere ai Fondi SIE, cioè fondi strutturali e anche d’investimento che sono 5.
C’è per esempio il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo Sociale europeo (FSE) che prevedono investimenti per circa 22 miliardi di euro, soprattutto per regioni svantaggiate quali la Calabria, la Campania, la Puglia, la Sicilia e la Basilicata.
Naturalmente anche le altre regioni sono incluse in questi investimenti tra Abruzzo, Sardegna, Molise con circa 1,3 miliardi e mezzo di euro e infine con circa 7 miliardi di euro per le restanti regioni.
L’Italia insomma mira alla diffusione sia dei certificati verdi che degli investimenti per il risparmio di energia e una limitazione delle emissioni di CO2.
La Puglia è la regione italiana che si distingue rispetto alle altre in quanto a crescita rispetto al numero di impianti (fotovoltaici soprattutto, ma anche eolici e a biomasse) e quindi anche per l’immissione di energia pulita nella rete.
I dati forniti dal GSE (Gestore dei Servici energetici) di concerto con la Confartigianato Imprese Puglia, conta negli ultimi anni sul solo territorio pugliese 39.841 impianti, che riescono a produrre più di 5100 mW. Nel particolare a oggi sono stati messi in funzione 39.318 impianti fotovoltaici che producono più di 2500 mW, 467 parchi eolici che producono più di 2200 mW, 52 impianti a biomassa con una produzione di energia pulita pari a 293 mW.
Sono presenti anche 4 impianti idraulici (1.6 mW) per una produzione complessiva di energia pulita e rinnovabile pari a 9.258 gW. La Puglia ha raggiunto un importate primato, non solo nel moderno apparato produttivo di energia rinnovabile, ma anche per i 112mila gW prodotti nel sono 2013. Questa favorevole situazione ha portato alla creazione di Consorzi nazionali che favoriscano l’acquisto dell’energia pulita sul libero mercato.
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