Due i soci, entrambi milanesi, Gianluca Casella e Matteo Riva, con una diversa storia professionale alle spalle. Si conoscono per caso nel 2013, in Grecia e sognano di aprire un locale nella loro Milano.
Bici e vino sono le passioni che li uniscono e presto sbocciano in Ciclosfuso. Apre al pubblico l’11 giugno 2015, in uno spazio ex-industriale di 230 m2, di cui si innamorano sin dalla prima visita, e abbraccia due universi: bici e vino (con cibo). Affaccia in un cortile silenzioso di via Vigevano 43, in una bella casa di ringhiera della vecchia Milano.
L’abbinata bici-vino è originale, ma ben ragionata. Una ricetta fatta di buoni ingredienti: le due passioni confluiscono nella nuova esperienza professionale diversa e irriverente, in cui sperimentano e si mettono in gioco. Le buone tradizioni italiane, nel rispetto dell’ambiente. Una sana ed ecologica pedalata in bici, la degustazione di vini e prodotti alimentari di alta qualità.
Il vino sfuso, predominante in quantità, rispetto alle etichette, viene scelto da Ciclosfuso con grande attenzione all’ecologia (meno utilizzo di vetro) e al risparmio (ottimo rapporto qualità-prezzo). La bici, mezzo di trasporto adottato da entrambi i soci, diventa fondamentale nel progetto, che include la ciclo-officina con vendita.
Un ampio open space di 230 m2, a pianta rettangolare, suddiviso in due navate dalla struttura portante. Pilastri e archi in muratura scandiscono lo spazio e il soffitto è in travi di legno a vista. Rimangono le tracce del laboratorio in cui, tempo fa, si fabbricavano tubi. Proprio in una zona, quella di via Vigevano, che all’inizio dell’800 era adibita a magazzino di botti di vino proveniente dal sud Italia.
Bici e vino si fondono, mantenendo le rispettive identità, in uno spazio ex industriale, esaltato dalla semplicità degli arredi e scelta dei materiali quali il legno. La parte dello sfuso è pensata come un vero laboratorio, dove l’acciaio delle botti è al centro dello spazio e quindi protagonista dell’ambiente.
La doppia anima del locale si è subito materializzata nel naming Ciclosfuso, poi nel logo, in cui due elementi iconici riconoscibili, il manubrio e la bottiglia, sintetizzano questo connubio, nuovo e stimolante, a livello creativo, di sviluppo dell’immagine coordinata (tagmi/Valentina Antinori) e di progettazione interior e arredo dello spazio (tagmi/Danilo Leonardi).