Home Expo 2015 Serve più agricoltura contro la sete del mondo

Serve più agricoltura contro la sete del mondo

acqua in agricoltura

acqua in agricolturaLa seconda giornata della Cia, confederazione italiana agricoltori, all’Esposizione Universale affronta il tema Acqua e Agricoltura e dimostra che laddove ci sono coltivazioni le riserve d’acqua crescono.

Tra trent’anni metà della popolazione mondiale vivrà in situazioni di carenza idrica e già oggi si stima che 3 miliardi di persone siano prive d’acqua. Più e più volte sono stati messi sul banco degli imputati l’agricoltura e la zootecnia in particolare.

Secondo una certa vulgata sono queste le attività umane che più sprecano acqua. Non è vero e per questo la Cia-Confederazione italiana agricoltori, nella sua seconda giornata all’Expo, pone al centro delle sue riflessioni e delle sue proposte la questione acqua. E lo fa in un convegno all’interno di Padiglione Italia dal significativo titolo Acqua e Agricoltura.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del vicepresidente nazionale della Cia Alessandro Mastrocinque: “Oggi si parla molto di impronta idrica per indicare l’acqua utilizzata nell’intero processo produttivo di qualsiasi bene prodotto dall’uomo. Si tratta di un indicatore efficace nella comunicazione, ma non sufficiente. Occorre distinguere sempre le diverse tipologie di uso dell’acqua e non possiamo sempre confondere il concetto di uso con quello di consumo. Una cosa è l’acqua che entra nei processi industriali, altra cosa è quella che adopriamo per usi domestici, altra cosa ancora quella che utilizziamo in agricoltura. L’acqua irrigua è indispensabile all’agricoltura ed è connaturata con la sua storia”.

“La nascita dell’agricoltura e l’uso di tecniche di regimazione e irrigazione sono strettamente legate ma l’acqua che utilizziamo nell’irrigazione viene in massima parte restituita al territorio e continua ad alimentare la falda. Certo dobbiamo risparmiare acqua a tutti i livelli, anche in agricoltura ma attenzione ai cambiamenti climatici e allo sviluppo industriale e alla globalizzazione che accrescono i problemi dell’inquinamento idrico, cioè la contaminazione dei mari, delle acque interne superficiali e di falda, sia per l’assente o carente depurazione delle acque a uso civile, sia per i reflui soprattutto delle attività industriali, ma anche agricole”.

La Cia, per dirla con le parole del vicepresidente Mastrocinque, si batte per un modello di sviluppo che riconosca davvero la dimensione strategica dell’agricoltura e degli agricoltori: l’Expo è una grande vetrina di realtà e progetti, ma tutti necessitano della vitalità delle imprese agricole, le cellule fondamentali dell’intero sistema.

E all’interno di questo disegno prospettico è indispensabile un profondo cambiamento: per rispondere efficacemente alle esigenze diversificate della popolazione mondiale. Occorre rivedere i modi di produrre e distribuire valore nel settore agroalimentare, esplorando sentieri nuovi e ridisegnando saperi e visioni.

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