Lo smaltimento dei rifiuti e il recupero di quelli riciclabili sono problematiche che, seppur in misura diversa, affliggono gran parte delle Regioni italiane.
A rendere tutto più complicato la mancanza in Italia di un piano comune; in assenza di una strategia da seguire ogni Regione agisce infatti autonomamente, basandosi su iniziative differenti, predisposte e portate a termine con la collaborazione di consulenti e aziende specializzate in waste-management.
I dati emersi da una ricerca condotta dall’Aspen Institute Italia, l’associazione che fa capo al presidente Giulio Tremonti, rivelano consistenti discrepanze tra le Regioni; dall’analisi emerge un quadro che evidenzia una situazione che sfiora il drammatico, soprattutto se l’Italia è messa a confronto con i Paesi europei che sono riusciti a creare intorno allo smaltimento dei rifiuti un vero e proprio business.
Le Regioni italiane si differenziano notevolmente l’una dall’altra; la classifica delle più virtuose è tendenzialmente guidata da quelle del Nord e in particolare dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Trentino Alto Adige, dal Friuli Venezia Giulia, dall’Emilia Romagna e dalla Sardegna. A metà classifica la Valle d’Aosta, la Toscana, le Marche e la Campania. Chiudono la graduatoria il Lazio, la Liguria, l’Umbria, l’Abruzzo, il Molise, la Sicilia, la Puglia, la Calabria e la Basilicata.
La classifica europea, secondo i dati raccolti e resi noti da Eurostat, vede invece nelle prime posizioni il Belgio, la Germania, l’Olanda, la Svezia, la Danimarca, la Francia, il Lussemburgo e l’Austria.
Nonostante le numerose aziende italiane coinvolte nello smaltimento dei rifiuti e qualche conseguente segnale di progresso, il Bel Paese non riesce a ottenere un buon piazzamento in Europa; tra i motivi il vincolo ancora troppo forte verso gli smaltimenti in discarica.
A differenziare notevolmente la gestione dei rifiuti di molti Paesi Europei da quella italiana la capacità di attivare un consistente recupero energetico dalla combustione delle materie di scarto; l’energia termica ottenuta dal processo viene utilizzata per assecondare diverse esigenze tra le quali l’alimentazione del teleriscaldamento urbano e la produzione di energia elettrica.
L’intero processo portato avanti con successo in Europa è efficiente al punto che, spesso, in alcuni Paesi, è necessario acquistare ulteriori rifiuti; in Svezia l’obiettivo è addirittura quello di sostituire totalmente i combustibili fossili.
In Italia invece, complici la lentezza degli iter burocratici e la mancanza di un piano nazionale, risulta piuttosto difficile realizzare un sistema organizzativo in grado di raggiungere i risultati europei con conseguenti effetti negativi sia per quanto riguarda l’ambiente che il mancato sfruttamento di un proficuo business.