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Land art, arte natura motore di turismo sostenibile

elena milani land art
elena milani land art
Le opere vincitrici della Call lanciata da Arte in Cascina e Cascina Triulza sono state installate nel periodo Expo2015 in cinque contesti lombardi (a Vanzago nel Bosco del Wwf, a Milano nel Bosco in Città, nel Parco del Ticino e Lago Maggiore nella Villa Picchetta e presso la Scuola agraria del Parco di Monza), Expo compreso, dove è ancora in mostra l’opera vincitrice di Elena Milani (qui nella foto)

I riflettori sulla Land art italiana sono accesi: tant’è che se ne è parlato anche a Expo 2015, promossa da Arte in Cascina, associazione culturale nata con lo scopo di diffondere artisti e opere di questo contesto, in collaborazione con Cascina Triulza.

Ora c’è solo da capire quali nuovi spazi e nuove idee potranno portare onore a chi progetta installazioni di arte natura (qui intesa esclusivamente attraverso l’utilizzo di materiale biodegradabile), che possono trovare casa ovunque.

In parchi, piazze o vie di città, presso le scuole o anche in gallerie d’arte.

La Land art con tutta la sua carica di biofilia (termine coniato da Edward Wilson riferendosi al bisogno che l’uomo ha di circondarsi di natura) stupisce, attrae, educa alla natura e addolcisce i contesti metropolitani.

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Propedeutica allo sviluppo di un benessere sostenibile è anche possibile studiare un percorso di sviluppo territoriale: in una parola di turismo sostenibile.

Esempio ne è l’Humus Park di Pordenone, nato nel 2007 dalla volontà bipartisan della Giunta, assieme ai Comuni di Caneva e Polcenigo, sulla base di un vissuto archeologico e quindi sfruttando anche la storia del territorio.

“La manifestazione ha grande successo e proprio nel 2016 cadrà la quinta edizione” afferma Claudio Cattaruzza, assessore alla Cultura del Comune di Pordenone. Solllecitato in merito alle entrate/uscite, spiega: “L’investimento dell’edizione 2014 (si tiene ogni due anni) è stato pari a 200.000 euro con un 65% di intervento pubblico proporzionato tra le varie istituzioni, il resto come intervento privato (selezionando sponsor in linea con le tematiche della manifestazione). La necessità di trovare dei fondi per migliorare l’iniziativa non manca, ma per quanto riguardo il ritorno economico trovo che la cultura non si misura in panini venduti, l’importante è dare nuovi spunti di cultura ai cittadini”.

Qualche spunto su come finanziare o supportare la Land art viene comunque da Flora Berizzi, storica dell’arte, consigliere Italia Nostra Milano Nord che suggerisce agli artisti di sondare le potenzialità del Premio del paesaggio, bandito dal Consiglio d’Europa.

“Inoltre” spiega Berizzi “la Costituzione tutela il paesaggio italiano: ciò significa anche promozione dei nuovi paesaggi e conseguente, pianificazione di landscape che rispecchino l’identità culturale degli abitanti. Il premio non è in denaro, ma è un riconoscimento importantissimo e molto ambito”.

Il resto è in mano alla tecnica che questa arte racchiude. Come quella dell’ormai inseparabile duo Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga, direttori artistici di Humus Park (lavorano insieme da 40 anni a stretto contatto con studenti di ogni ordine e grado).

Cos’è per loro la Land art? Recupero di materiali, esattamente come fanno gli animali che non riciclano ma trasformano. “È quando l’artista/uomo termina l’opera” svela Meneguzzi “interviene l’artista/natura che ricomincia a lavorare e a trasformarla”.

Qui di seguito trovate i video delle interviste realizzate nel corso della manifestazione a Expo.

Intervista a Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga

Intervista a Marcello Donini

Intervista a Gianni Zardin

Intervista a Flora Berizzi

Intervista a Elena Milani

Intervista a Claudio Cattaruzza

Intervista ad Alessandro Stillo

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