La Cop21 di Parigi, la conferenza sul clima, di cruciale importanza poiché deve condurre a un accordo internazionale sul clima che limiti il riscaldamento globale sotto i 2°C, si avvicina.
Nell’attesa dell’evento sta crescendo il movimento globale per un’equa e giusta transizione energetica che abbandoni i combustibili fossili.
Gli investimenti in energia solare ed eolica stanno aumentando notevolmente in molti Paesi, sia ricchi che poveri, e si nota un maggiore interesse nel ridurre l’uso dei combustibili fossili, soprattutto il carbone, la causa principale del cambiamento climatico.
Il continuo declino dei costi dell’energia rinnovabile e il potenziale notevole risparmio energetico fanno sì che non ci siano più scuse per non agire in questo senso. In più l’accordo del settembre 2015 sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, se messo in pratica nella sua intierezza, spianerebbe la strada per uno sviluppo economico più equo e pulito e per la protezione dell’ambiente fino al 2030.
Il WWF, insieme alla comunità globale della società civile, ai gruppi religiosi, ai sindacati e alle aziende avanzate, chiede a Parigi di mandare un segnale chiaro che la transizione energetica è già in corso che è irreversibile e che siamo sulla strada giusta per mantenere il riscaldamento globale ai livelli tali da prevenire un cambiamento climatico catastrofico.
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (Unfccc) potrebbe riuscire nell’intento di giungere a un tale accordo, se i governi mostreranno una reale volontà politica.
A Parigi tutti i 195 Paesi partecipanti dovranno agire responsabilmente, stipulando un trattato in grado di accelerare la trasformazione globale verso economie a emissione zero e l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto; i Governi devono contemporaneamente sostenere le popolazioni e gli ecosistemi più vulnerabili, già sottoposti a enorme stress per via delle conseguenze ormai inevitabili del cambiamento climatico.
Per raggiungere questo obiettivo, l’accordo di Parigi deve riuscire ad avere un esito equo, marcato e di transformazione. In questo scenario sono quattro le richieste cardine del Wwf:
- dare il senso che ci si stia muovendo nella direzione giusta e basata su principi scientifici
- definire una struttura internazionale sul clima che assicuri che le azioni diventino sempre più incisive
- deve garantire la sicurezza e la capacità di adattamento dei Paesi e delle popolazioni vulnerabili
- deve fornire delle basi solide per le risorse finanziarie
L’accordo di Parigi dovrà rappresentare un approccio alla equità e differenziazione, che è multilaterale e adattabile a ogni parte dell’accordo. In particolare, l’approccio all’equità dovrà riconoscere che i Paesi hanno diversi livelli di responsabilità e capacità.
L’obiettivo mondiale delle temperature può essere raggiunto solo se i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo con simili responsabilità e capacità manterranno i loro impegni nazionali (come parte della loro giusta quota), allo stesso tempo sostenendo i Paesi in via di sviluppo più poveri nella loro transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio.
La base di partenza più giusta per questo è un quadro di riferimento dell’equità che abbia principi chiari e criteri di ripartizione del budget globale del carbonio e delle responsabilità per rimanere entro i limiti di tale budget in maniera equa.
La Cop21 e il cambiamento climatico
Si stanno delineando molti fattori che potrebbero creare le circostanze favorevoli per una maggiore ambizione nell’affrontare il cambiamento climatico. Il 5° Rapporto di Valutazione dell’Ipcc ha ribadito che le emissioni devono raggiungere il picco entro il 2020; con i prezzi dell’energia rinnovabile in netta diminuzione ci sono le basi per far sì che questo accada.
Il crescente ripetersi di eventi meteorologici estremi come le ondate di calore, le inondazioni, le tempeste e la siccità servirà come promemoria sui rischi che corriamo. Nonostante gli investimenti per i combustibili fossili siano stati pari a circa 1.000 miliardi di dollari americani nel 2014, essi sono considerati sempre più ad alto rischio, mentre gli investimenti nelle energie rinnovabili (escluse le grandi centrali idroelettriche) sono cresciuti del 17% fino a raggiungere gli oltre 270 miliardi di dollari americani nello stesso anno.
Insieme all’economia che cambia, la gente si sta mobilitando per chiedere molta più azione. Le sfide intraprese dalle comunità coinvolte in prima persona, o eventi come la più grande marcia sul clima mai avvenuta a New York nel settembre 2014, o ancora i richiami dei leader religiosi, tra cui Papa Francesco e numerosi leader islamici, sottolineano quanto siano importanti le ragioni morali, economiche e scientifiche per una maggiore azione in sostegno del clima.
I governi devono prendere spunto da questo impulso e dare al mondo un accordo che ci dia speranza per un futuro migliore. La Cop21 a Parigi può essere una tappa importante per la transizione verso una società a emissioni zero, in quanto rappresenta l’occasione più importante a livello mondiale per l’azione multilaterale sul clima dopo la Cop15 a Copenaghen (2009).
I leader dei governi hanno la possibilità di agire in modo responsabile e accelerare la giusta transizione verso un mondo senza carbonio e più resiliente al cambiamento climatico. La COP21 di Parigi non sarà la fine della lotta contro il cambiamento climatico e per un futuro sicuro e migliore, ma potrà segnare una svolta importante, con la giusta volontà politica.