In occasione di Klimahouse 2016, che si terrà a Bolzano dal 28 al 31 gennaio 2016, parteciperà tra gli attesi ospiti l’architetto Carlo Ratti (Carlo Ratti Associati, Boston).
L’intervento si inserirà all’interno del Congresso Design e funzione, in programma venerdì 29 gennaio 2016.
Ecco un’anticipazione del suo discorso.
Carlo Ratti: “Io credo che l’architettura abbia sempre avuto a che fare con la progettazione di interfacce tra noi e l’ambiente che ci circonda. In passato questo ambiente era fatto di atomi roccia nelle grotte, poi legno, mattoni, pietre, cemento”.
“Oggi invece è uno spazio ibrido, composto di atomi ma anche di bit. Credo quindi che la definizione di architettura non sia cambiata, ma semplicemente che gli architetti debbano affrontare un nuovo universo. L’architettura deve tenere conto di questi mutamenti, diventando multidisciplinare capace non solo di disegnare edifici, ma nuove esperienze nello spazio”.
“L’architettura è una sorta di terza pelle dopo quella biologica e i nostri abiti. Fino a oggi è stato un rivestimento rigido. Forse grazie ai network digitali l’ambiente costruito saprà adattarsi alle nostre abitudini e ai nostri modi: un’architettura viva, insomma, capace di modellarsi sulla vita”.
“Abbiamo lavorato a due sistemi di mitigazione climatica innovativi: Local Warming è un sistema di riscaldamento rivoluzionario in grado di direzionare raggi di calore dinamici sulle persone attraverso l’uso di sensori di prossimità. L’idea si propone come alternativa ai normali sistemi di riscaldamento per quegli spazi ampi in cui non c’è un’alta concentrazione di visitatori, penso per esempio a molti edifici pubblici, in cui grandi sale vuote sono riscaldate per tutta la giornata e attraversate da pochi visitatori”.
“Cloud Cast, al contrario, è un sistema di refrigerazione localizzato. Il principio è lo stesso di un normale sistema di refrigerazione evaporativa acqua nebulizzata, una valida alternativa all’aria condizionata, in uso già da secoli nei paesi arabi”.