Una ricerca di Federico Rossi e Pradeep Chintagunta dimostra che le politiche di trasparenza dei prezzi del carburante sono efficaci, ma i consumatori potrebbero usare meglio l’informazione così ottenuta.
Gli utenti delle autostrade italiane risparmiano 15 milioni di euro l’anno grazie ai cartelli elettronici che anticipano i prezzi del carburante delle quattro stazioni di servizio successive.
All’effetto positivo contribuisce però più il comportamento delle stazioni di servizio che non la capacità dei consumatori di utilizzare efficacemente l’informazione.
Federico Rossi (Università Bocconi) e Pradeep Chintagunta (Booth School of Business) in Price Transparency and Retail Prices: Evidence from Fuel Price Signs in the Italian Motorway (di prossima pubblicazione su Marketing Research Journal) calcolano che, quando i prezzi sono segnalati, il prezzo medio del carburante diminuisce di un centesimo di euro al litro, che significa un risparmio di 15 milioni di euro l’anno per gli utenti delle autostrade. L’effetto può sembrare piccolo, spiegano gli autori, ma rappresenta comunque il 20% circa dei margini delle stazioni di servizio.
“Nonostante la riduzione dei prezzi del carburante” scrivono Rossi e Chintagunta “l’introduzione dei cartelli sembra avere un impatto limitato sulla dispersione dei prezzi, suggerendo che l’incertezza persiste anche dopo l’implementazione della politica”.
Tradotto in termini più comprensibili, i prezzi sono più bassi, ma le differenze tra stazioni di servizio rimangono notevoli.
Un’analisi del comportamento dei consumatori, condotta osservando i dati delle transazioni del programma a premi di una grande catena petrolifera, mostra che, nel periodo immediatamente successivo alla loro introduzione, meno del 10% dei consumatori sfrutta i cartelli elettronici in modo efficace.
L’elasticità ai prezzi del carburante degli automobilisti in autostrada aumenta del 50%, ma rimane comunque circa la metà dell’elasticità registrata al di fuori della rete autostradale.
La nuova politica, concludono gli autori, evidenzia un buon ritorno economico (l’implementazione è costata circa 2 milioni) e sia la sua estensione, sia l’adozione di politiche analoghe in altri settori potrebbero essere efficaci nell’aumentare la concorrenza e ridurre i prezzi del carburante.