ROOFmatters con il Milano Design Film Festival ha organizzato il talk Orti sui tetti. Verde in città.
Durante l’evento, svoltosi lo scorso 7 ottobre, diversi professionisti coinvolti nella progettazione, realizzazione e manutenzione del verde, e in particolare dei tetti verdi in città, hanno spiegato la forza della comunicazione attorno ai diversi aspetti legati a questo tema.
Collaborare, comunicare e incentivare
Le fondatrici di ROOFmatters, Inge de Boer e Denise Houx, hanno introdotto la conferenza spiegando che la loro attività è basata sulla convinzione che sui tetti ci siano tante opportunità per migliorare il clima nelle città, sia quello meteorologico, sia quello economico e sia quello sociale.
I risultati principali di ROOFdinners – il masterclass sul tema orti sui tetti organizzato da loro nella primavera di quest’anno – lo confermano. E per aumentare l’uso di questi spazi finora spesso inutilizzati ed evidenziarne le potenzialità, c’è la necessità di innescare collaborazioni tra i diversi professionisti coinvolti, promuovere la comunicazione, anche con il pubblico, e avere un serio supporto da parte del governo (locale).
Su quest’ultimo punto, l’architetto Zinna (responsabile del Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione aree/PTVA del Comune di Milano) ha aggiunto che il Comune di Milano sta cercando di identificare quali siano gli strumenti migliori per aumentare il numero dei tetti verdi nel capoluogo.
Una delle prime azioni da parte della municipalità è quella di invitare, o addirittura obbligare, gli investitori immobiliari a progettare e riqualificare gli edifici, nei quali il Comune sia direttamente coinvolto, introducendo il concetto dei tetti verdi.
Orti sui tetti con The Flying gardeners
Parlando del tema della comunicazione, e l’occasione che il Milano Design Film Festival dà per farlo, grande parte del talk è stato dedicato al cortometraggio The Flying Gardeners (The Blink Fish, 2015) e il verde del Bosco Verticale.
Uno dei protagonisti del film, lo specialista in arboricoltura Giovanni Ugo, ha spiegato come la manutenzione del verde diventa la cura dell’intero complesso architettonico perché l’edificio viene considerato come un albero, che deve rimanere in equilibrio con il suo contesto.
Il producer Paolo Soravia conferma che il verde sui balconi dell’edificio contribuisce all’aumento della biodiversità in città e racconta, sotto forma di aneddoto, come alcuni insetti protagonisti introdotti per alcune scene del film abbiano poi trovato lì il loro habitat naturale e definitivo.
L’architetto Azzurra Muzzonigro dello studio Stefano Boeri Architetti avvisa che il progetto del Bosco Verticale è solo l’inizio.
“Possiamo immaginare il concetto come un prototipo, che possa essere ripetuto in altri contesti e realizzato grazie a collaborazioni con altri professionisti” Azzurra conclude che “il Bosco Verticale è uno stepping stone che fa parte dell’infrastruttura verde della città”.
Micro-interventi con grande impatto a Orti sui tetti
Un altro esempio di micro-intervento di verde in città viene illustrato dall’architetto Emanuela Saporito, co-fondatrice di OrtiAlti, una start-up piemontese. Il tetto, realizzato a Torino in Via Ozanam, ospita un orto che produce per il ristorante sottostante, offre opportunità di lavoro a giovani, persone meno abili e immigrati, ed è in grado di generare un ambiente molto piacevole per tutto il quartiere.
La presentazione di OrtiAlti è stata una perfetta introduzione al film americano in proiezione dopo il talk, Growing Cities. È una sorta di roadmovie, nel quale due ragazzi visitano diversi interventi di coltivazione di verde e ortaggi, sui tetti e non, in varie città del loro paese. Oltre a contribuire alla sostenibilità di una zona, questi orti potenzialmente riescono a rivitalizzare relazioni sociali nel circondario e ad avere un’influenza positiva sulle abitudini alimentari dei cittadini.