Ogni anno a Milano muoiono in media 800 persone per patologie legate all’inquinamento, anche se nello stesso periodo le aree a verde in città ripuliscono l’aria da oltre 30 tonnellate di polveri sottili PM10.
È quanto emerso al convegno su Il valore del verde organizzato presso la sede della Regione Lombardia da Assofloro Lombardia con la partecipazione di Coldiretti Lombardia.
Per Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, non possiamo non considerare il valore strategico del verde sia per quanto riguarda la salute che per la qualità della vita ed è per questo che il settore florovivaistico, strumento fondamentale di azione in tal senso, va sostenuto con una pianificazione strategica degli interventi che non parta dalla sola logica degli appalti al massimo ribasso.
Bisogna puntare sulle essenze autoctone e garantire la qualità e la resistenza di quelle messe a dimora in modo che possano vivere a lungo svolgendo un’azione persistente.
Infatti una pianta adulta, spiega Rita Baraldi, ricercatore del CNR di Bologna all’Istituto di Biometeorologia, nell’arco di dodici mesi soddisfa il fabbisogno di ossigeno di 10 persone ed è in grado di assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica, a seconda della specie.
Le varietà che meglio contrastano l’inquinamento dell’aria sono larici, cipressi, salici, pioppi, betulle, tigli, ontani e aceri. Una quercia nell’arco di mezzo secolo riesce a immagazzinare oltre 5 tonnellate e mezzo di CO2 sotto forma di biomassa.
A Milano, secondo i dati mostrati da Baraldi, nei Giardini di Porta Venezia, un ippocastano riesce a fermare in media ogni anno 225 grammi di polveri sottili PM10, un tiglio supera i 250, una farnia 170 e una magnolia 111, mentre un acero riccio sfiora i 190 grammi all’anno. Ogni ettaro in più di piante significa circa 20 chili in meno di polveri e inquinamento da gennaio a dicembre.
Le essenze verdi sono fondamentali anche per l’ambiente domestico considerato che, secondo quanto rivelato da Pier Mannuccio Mannucci, Direttore del Dipartimento di medicina interna della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore di Milano, se in generale l’inquinamento a Milano miete in media 800 vittime all’anno, quello delle case è il terzo fattore di rischio di morte dopo l’ipertensione e il fumo.
Alcune essenze infatti contribuiscono a ripulire l’aria dei luoghi chiusi in cui viviamo. Il ficus beniamino, l’edera e la felce, per esempio, vanno bene contro formaldeide, benzene e fumo di sigarette senza trascurare poi l’aspetto economico: un’abitazione inserita in un ambiente verde con alberi risparmia fra gli 80 e i 200 euro all’anno di minori costi per riscaldamento e raffreddamento.
Un elemento di valutazione importante visto che il 2016 si è classificato come l’anno più caldo di sempre a livello mondiale, da 137 anni fa quanto sono iniziate le rilevazioni, con la temperatura media registrata nei primi nove mesi sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,89 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo.
Mentre l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) ha lanciato l’allarme sulla concentrazione media di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera che ha raggiunto il traguardo di 400 parti per milione (ppm) nel 2015, sulla base della banca dati del Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva le temperature sul pianeta dal 1880.
Incentivare, anche fiscalmente, il verde oltre a migliorare la qualità della vita e aiutare l’ambiente, servirebbe da volano economico e occupazionale per un settore che, nonostante la crisi, conta ancora a livello nazionale 30mila imprese che danno lavoro a 158mila addetti per un fatturato di 2,7 miliardi di euro. Mentre in Lombardia le realtà presenti sono oltre cinquemila, seppure in calo rispetto alle 6.500 di una decina di anni fa.