L’ultimo evento sismico ha per fortuna risparmiato vite umane ma ha danneggiato in modo molto serio – e speriamo non del tutto irrecuperabile – il nostro patrimonio culturale.
Oltre alle persone, infatti, l’identità della nostra nazione è merito della nostra arte, della cultura e dei saperi delle civiltà che in passato hanno contribuito alla nostra grande storia.
Ora, in questa fase di scosse continue e di assestamenti sismici che stremano la popolazione, il nostro patrimonio culturale risulta ferito: la facciata della Chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, opera medievale che si è arresa alle forti scosse di terremoto, la Chiesa della Madonna delle Grazie, l’Abbazia di Sant’Eutizio, solo per citare alcuni esempi.
Ma sono davvero innumerevoli le opere culturali e storiche devastate; per questo motivo, adesso, serve una vera e propria mobilitazione per salvaguardare il patrimonio culturale del Paese.
“Ogni sforzo e ogni scelta politica che verranno fatti per gestire le conseguenze di questa nuova fase della attività sismica che sta interessando l’Italia centrale deve essere finalizzata – al di là degli interventi che riguardano la vita delle persone – alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’insostituibile patrimonio culturale del nostro Paese che le nostre generazioni hanno ereditato e che abbiamo il dovere di preservare e consegnare a quelle future. Siamo in presenza – oggi a causa del terremoto che ha colpito l’Italia centrale, nonché di quelli de L’Aquila e dell’Emilia – di una vera e propria polverizzazione di questo patrimonio. Il nostro Paese non può permettersi di continuare a perdere – per la violenza della natura ma, troppo spesso, per l’inerzia e l’inefficienza dell’intervento dell’uomo – quell’insostituibile giacimento culturale denso di memorie d’arte e di architetture che rappresenta non solo la nostra storia, ma quella dell’intera umanità” così si è espresso il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Gli architetti italiani si sono dichiarati a disposizione in primo luogo del Ministero dei Beni artistici e culturali e, nella attuale contingenza, del Commissario di Governo per l’Emergenza, Errani, per essere attivati, forti della loro diffusa e capillare presenza sul territorio e delle loro specifiche competenze, per affiancare e assistere il personale ministeriale, nella ricognizione dei danni, nella messa in sicurezza e nel salvataggio dei beni storico-artistici.
Solo una vera e propria mobilitazione collettiva può consentire di rendere davvero efficaci ed efficienti gli interventi che devono essere previsti in una emergenza come la attuale che richiede – coordinandole e mettendole in rete – tutte le più qualificate energie e risorse disponibili per salvare il nostro patrimonio culturale.