Economia circolare e acque reflue o di fogna.
Una volta tanto la società liquida – quella descritta in maniera pessimista da Zygmunt Bauman –, trova qui un elemento positivo: perché è dimostrato che sappiamo già dare valore a tutto ciò che viene dalle fogne.
Che poi non sarebbe una novità: da sempre, in primis, il liquame è stato usato come fertilizzante. Nel 1915, scrivendo per l’editore Hoepli il manuale della fognatura biologica Filippo Laccetti faceva osservare “una certa ricchezza gratuita legata alle acque cloacali” aggiungendo ovviamente che “…basta assicurarsi che le materie azotate si trasformino da composti azotati organici in composti azotati minerali e si rendano innocue…”.
È Roberto Mazzini, presidente di MilanoDepur a consegnarci la visione di come un depuratore, nello specifico quello di Nosedo che gestisce circa la metà delle acque di scarto di Milano, può veramente assurgere a miniera d’oro.
Perché accanto alla buona pratica della trasformazione in fertilizzante si genera anche energia. E non poca: 4,5 kW termici a fronte di 1 kWhe consumato. “Tanto che se si volesse si potrebbe raggiungere siti vicini come lo Ieo o Santa Giulia”.
Alla base un pozzo termico in accoppiamento con unità a pompa di calore per la climatizzazione degli ambienti: sia caldo sia freddo. E che al momento opera su due palazzine all’interno del campus di Nosedo, opera di Veolia Water Technologies e un raggruppamento di imprese che ne gestirà le operazioni fino al 2019 quando sarà consegnato al Comune di Milano e quindi gestito da Mm.
Acque depurate assimilate dunque a fonti di energia rinnovabili. Tanto che il sito di Nosedo è stato premiato, già nel 2014, da Legambiente con il premio Innovazione amica dell’ambiente.
Tornando all’economia circolare primaria, le acque reflue trattate dal depuratore di Nosedo vengono rigenerate per uso irriguo e da qui vendute per un prezzo simbolico al Consorzio della Roggia Vettabbia per andare a soddisfare il fabbisogno di 90 aziende agricole del Parco Agricolo Sud. Si parla di 3.700 ettari. Numeri che più volte sono stati portati a esempio di buone pratiche a livello di federazione Eureau e Iwa.
Ma la tecnologia da sola non basta a pulire e a far riciclare il mondo. Ci si deve mettere di impegno perché ognuno di noi faccia la sua parte. E in fatto di produzione di acque reflue ognuno di noi è chiamato a porsi delle nuove attenzioni.
È di questi anni proprio un’incidenza suprema sui depuratori di salviettine usa e getta che stanno creando molti problemi alle maglie e agli ingranaggi. Con grandi disagi e malfunzionamenti anche a livello di tubature che possono saltare. Evitare di gettarli nel wc è utile a tutti.
Stesso tema: quello degli olii esausti. Tanto più che è già in moto la rete del riuso che anche in questo caso nasconde ricchezze gratuite.
Il 6 maggio 2017 la GP EcoRun fa tappa proprio accanto al depuratore di Nosedo. Per sottolineare come sia un sito dove si creano valore e buone pratiche ambientali… caratteristiche primarie dell’economia circolare.