Nasce dall’idea di una giovane francese la linea di cosmetici zero waste, amica dell’ambiente e del riuso, dal nome particolare quanto intrigante: Lamazuna.
Il termine è georgiano, significa bella ragazza e identifica una linea di prodotti nata per rimediare all’impressionante produzione di spazzatura dovuta al make up femminile.
Lamazuna si propone infatti di azzerare la spazzatura che si produce in bagno, a partire dal packaging dei prodotti utilizzati.
Così, per esempio, i dischetti struccanti monouso e i flaconcini per i liquidi struccanti vengono sostituiti da spugnette in microfibra naturale riutilizzabili, mentre i tubetti dei dentifrici diventano lecca-lecca da strofinare sullo spazzolino.
Solo in Francia, shampoo, deodoranti e creme Lamazuna – in formato solido – fanno risparmiare in un solo mese ben 12.000.000 di pezzi; inoltre gli ingredienti utilizzati sono certificati biologici, mentre i prodotti Lamazuna rispettano il principio dello zero-waste – sono certificati Slow Cosmétique – e sono vegani con certificazione PETA.
Lamazuna, nata in Francia 7 anni fa, è ora disponibile in 15 paesi – Canada, Svizzera, Germania, Portogallo, Spagna, Russia ed Emirati Arabi – e tra poco sarà presente anche in Italia, dove a inizio settembre parteciperà al Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, di Bologna.
Riciclo, rispetto dell’ambiente, sostenibilità… tutti aspetti che ci hanno invogliato a fare qualche domanda alla fondatrice di Lamazuna, Laetizia Van de Walle.
È prevista anche una produzione in Italia di questi prodotti o soltanto la loro distribuzione?
Già alcuni prodotti sono made in italy come la testina sostituibile e l’espositore degli spazzolini. In Italia, infatti, abbiamo trovato le uniche aziende capaci di realizzare certi tipi di lavorazioni, difficili da trovare nel resto d’Europa e che, diversamente, avremmo dovuto affidare in luoghi molto lontani, in Cina in questo caso.
Abbiamo scelto di lavorare principalmente con aziende francesi per ridurre al massimo lo spostamento di materie prime e prodotti finiti. Anche nell’offerta di prodotti che importiamo dall’estero, siamo molto attenti a ridurre al massimo le emissioni e a massimizzare i trasporti stessi.
Siamo l’unica azienda, per esempio, che propone la spugna di konjac secca in vrac o con una piccola scatola compostabile, quindi seguendo il principio meno spazio occupato uguale più prodotto. Il suo trasporto dalla Cina viene realizzato quando è disidratata, quindi meno ingombrante.
Oltre a ciò, abbiamo fatto richiesta di un invio via mare più lento ma meno inquinante, mentre alcuni prodotti che prevedono una artigianalità orientale come la spugna di konjac o l’oriculi vengono prodotte in Cina da aziende etiche che abbiamo visitato e selezionato personalmente.
Tra le azioni di marketing che state utilizzando per promuovere i prodotti Lamazuna c’è un road-show itinerante che sta toccando le principali città francesi, passando da Parigi, Nantes, Bordeaux, Lione, Tolouse e Lille, a bordo di Ulysse, un truck ristrutturato secondo i dettami del reuse e del recycle, che sarò presente anche a Bologna il 9 settembre.
Quali altre azioni di marketing sono previste per far conoscere il brand e i prodotti in Italia?
In Francia il grande successo di Lamazuna è stato creato dal grande seguito riscosso da parte delle blogger che divulgano il principio dello zero déchet, zero spreco. Successivamente la televisione e i media si sono interessati al nostro brand, soprattutto per la sua unicità nel produrre e proporre prodotti naturali, vegani e zero-waste.
In italia vogliamo seguire lo stesso percorso collaborando principalmente con blogger e con la stampa specializzata nelle tematiche ecologiche e sostenibili. Inoltre è prevista la partecipazione a fiere di settore come il Sana e il MiVeg.
Dobbiamo ammettere che ci stupisce un po’ la scelta di usare un truck per gli spostamenti… ci aspettavamo un mezzo più ecologico: ci può motivare questa scelta?
Tutte le emissioni di CO2 prodotte dal nostro camion vengono compensate attraverso il progetto Pur Project di Tristan Lecomte. Oltre a questo il 2% ricavato dalle vendite del nostro sito internet viene reinvestito in questo progetto di riforestazione agricola in Perù (abbiamo raggiunto il numero di 4.002 alberi piantati).
Stiamo aggiungendo ulteriori investimenti a sostegno del progetto per compensare i chilometri percorsi dal camion. Inoltre il suo interno e tutto il suo allestimento proviene da materiale di recupero, come pallet destinati al macero o tessuti in disuso.
Siamo molto attenti infatti a riciclare tutto ciò che si può riusare. Per le spedizioni utilizziamo cartoni delle attività commerciali e aziende vicine, ciò ci ha permesso, nel 2016, di riutilizzare oltre una tonnellata di cartone. Inoltre tutti i nostri imballaggi, come i cataloghi, sono compostabili.