Tutti conosciamo lo zafferano per le sue qualità gastronomiche ma pochi sanno – d’altra parte la notizia è recente – che questo elemento offre nuovi strumenti per contrastare i tumori grazie ad alcuni componenti di questa spezia che agiscono positivamente contro il metabolismo glucidico delle cellule cancerose.
Lo dimostra uno studio coordinato dal professor Filippo Minutolo del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, che ha identificato il meccanismo con cui la crocetina, un metabolita attivo presente nello zafferano, riesce a ridurre l’aggressività delle cellule tumorali attraverso l’azione su un enzima-chiave nella glicolisi tumorale, la lattato deidrogenasi (LDH).
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Agricultural and Food Chemistry della American Chemical Society e presentati dalla dottoressa Carlotta Granchi, prima autrice dell’articolo e relatrice al First Congress on Edible, Medicinal and Aromatic Plants (ICEMAP 2017).
La crocetina però non è purtroppo disponibile, né facilmente isolabile da fonti naturali, quindi è stata messa appunto una metodologia sintetica per la sua preparazione.
La crocetina artificiale, del tutto identica per struttura a quella naturale, ha dimostrato una notevole abilità di inibire l’LDH, ci spiega la dott.sa Granchi.
Grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca del professor Paul J. Hergenrother della University of Illinois at Urbana-Champaign e con il dottor Flavio Rizzolio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato possibile verificare come la crocetina sia in grado di ridurre la produzione di lattato in cellule tumorali e la loro proliferazione.
Lo studio quindi dimostra che la componente dello zafferano maggiormente responsabile di tale effetto sembra essere proprio la crocetina; infatti l’analisi di modellazione molecolare condotta dal professor Tiziano Tuccinardi ha evidenziato le caratteristiche strutturali che permettono alla crocetina di interagire in modo efficace con il sito attivo dell’enzima-bersaglio.
Va detto che né lo zafferano, né la crocetina potranno sostituire le varie terapie antitumorali approvate per l’uso clinico; questi elementi però possono costituire un ausilio alimentare nella prevenzione delle neoplasie e, se validati da opportuni studi clinici, potranno in futuro contribuire ad aumentare l’efficacia dei regimi terapeutici utilizzati per diversi tipi di tumore.