Uno studio, frutto del lavoro di un team internazionale coordinato da Günter Blöschl della Technische Universität di Vienna a cui hanno partecipato anche due docenti del dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, è riuscito a mostrare come il riscaldamento globale abbia un impatto sul regime degli eventi alluvionali di alcune ampie regioni europee.
Infatti le inondazioni arrivano prima nell’area nord-orientale del continente, a causa dello scioglimento anticipato delle nevi, e più tardi nell’Europa meridionale: e questo come conseguenza del riscaldamento globale dell’area del Mediterraneo.
Per giungere a questo risultato, il gruppo di lavoro ha analizzato il regime stagionale dei fenomeni di piena, guardando alle date in cui alluvioni e inondazioni si sono verificate in passato e si verificano oggi, evitando di concentrarsi sull’intensità delle singole alluvioni, un dato che può essere influenzato anche da elementi legati all’utilizzo del suolo.
Il team di ricerca ha quindi analizzato i dati raccolti nel corso di più di cinquant’anni da oltre 4.000 stazioni di monitoraggio attive in 38 paesi europei: una quantità di informazioni senza precedenti per numero complessivo di osservazioni, copertura spaziale e diversità dei regimi fluviali coinvolti.
E i risultati mostrano in maniera oggettiva come in Europa i periodi ricchi di eventi alluvionali abbiano subito variazioni significative.
Nell’area nord-orientale del continente, per esempio, le alluvioni tendono a verificarsi un mese prima rispetto agli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, con ogni probabilità perché, a causa del riscaldamento globale, lo scioglimento delle nevi è sempre più anticipato.
In alcune parti dell’Europa meridionale, invece, gli eventi alluvionali si verificano più tardi che in passato, e la causa in questo caso è legata alle conseguenze del riscaldamento del Mediterraneo.
“Si tratta di un risultato estremamente interessante” spiegano i due ricercatori dell’Università di Bologna Alberto Montanari e Attilio Castellarin “che indica la strada per comprendere meglio l’impatto di cambiamenti recenti sulla sicurezza del territorio. L’Italia, in questo senso, è un esempio notevole, perché sul suo territorio ci sono bacini idrografici caratterizzati da condizioni climatiche molto diversificate. Questi risultati possono rivelarsi quindi molto utili per affinare la progettazione di strategie di adattamento al cambiamento climatico per il nostro Paese“.