Costruire case intelligenti, smart attraverso la domotica per facilitare la vita dei bambini speciali: è l’obiettivo di HomeMate, progetto che prevede la creazione di una piattaforma digitale, accessibile via App, che utilizzando sensori intelligenti possa aumentare il livello di autonomia e migliorare la qualità della vita di persone con autismo.
HomeMate è una scommessa hitech e benefit della startup milanese Lorf che ha deciso di occuparsi oggi dei bambini autistici, perché domani, quando saranno adulti autistici sarà troppo tardi per aiutarli.
Figura chiave del progetto è il Life Mentor: un educatore in grado di capire i bisogni del soggetto autistico e di predisporre HomeMate per permettergli di interagire nel miglior modo possibile con la propria sfera abitativa: un impatto che sarà positivo per la persona affetta da autismo ma anche per la comunità, che sarà gravata da minori costi per l’assistenza.
Nel 2025, nei soli Usa, la stima dei costi diretti e indiretti per la gestione dell’autismo è di 1 trilione di dollari, una cifra enorme, pari alla metà del debito pubblico tedesco.
La startup Lorf è ideatore e sponsor del progetto, ma un aiuto importante è arrivato da Fabula Onlus.
Le risorse economiche per avviare HomeMate saranno reperite attraverso il crowdfunding su Kickstarter: l’obiettivo è di raccogliere almeno 11.208 euro, che serviranno a finanziare la costituzione di un team misto di ingegneri che definisca le linee guida del progetto così come andrà a realizzarsi nelle fasi successive.
Il piano di finanziamento via crowdfunding terminerà il 15 novembre.
A supporto di HomeMate Lorf ha realizzato anche il video Did you know Autistics change the World? che, partendo da personaggi che hanno fatto la storia dell’umanità o indotto cambiamenti epocali – come Einstein o a Mozart – vuole far capire che cosa è l’autismo, i sintomi che lo caratterizzano, le difficoltà di integrazione in ambito scolastico o di inclusione nel mondo del lavoro delle persone con sindrome autistica.
Lorf è una startup innovativa, ma è anche una B-Corp (benefit corporation): i suoi soci si impegnano in caso di exit a donare almeno il 5% della plusvalenza che si realizzerebbe, mentre la società, in caso di profitti, donerà sempre almeno il 5% degli utili in donazioni a favore di progetti sull’autismo.