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Inquinamento dell’aria: ultima possibilità a Bruxelles per l’Italia

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Foto di anncapictures da Pixabay

Non accennano a diminuire i riscontri negativi sull’inquinamento dell’aria in Italia e così, a Bruxelles, si celebra l’ultimo atto prima di incorrere in sanzioni europee e nel deferimento alla Corte Europea… la politica, locale e nazionale, deve darsi una mossa, in fretta!

Greenpeace ha ultimato nei giorni scorsi la serie di controlli sull’inquinamento dell’aria nelle città italiane con i rilievi effettuati a Palermo: il capoluogo siciliano, Torino, Milano e Roma sono infatti le quattro metropoli italiane tenute sotto controllo dall’associazione ambientalista per l’alto valore del biossido di azoto (NO2) risocntrato nell’aria.

A partire dallo scorso ottobre, Greenpeace ha realizzato 40 controlli in 40 giorni diversi presso altrettanti istituti scolastici (asili o elementari) di queste quattro città: 39 monitoraggi su 40 hanno rilevato concentrazioni di NO2 superiori ai 40 microgrammi per metro cubo (μg/m3), valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana.

Inquinamento dell’aria: in Italia una situazione anormale

Il biossido di azoto – che negli ambienti urbani proviene per il 70-80 percento dal settore dei trasporti e in massima parte dai diesel – è classificato tra le sostanze certamente cancerogene. I suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. È inoltre particolarmente nocivo sui bambini.

A causa dell’inquinamento dell’aria e dei ripetuti sforamenti dei valori massimi di concentrazione, sia di particolato sia di biossido di azoto, l’Italia è sotto procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, che ha convocato il ministro dell’Ambiente Galletti per un confronto in extremis con Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, prima che il nostro Paese venga deferito alla Corte Europea.

La situazione peggiore per l’inquinamento dell’aria nella nostra penisola appare quella registrata a Torino e Milano: da una media dei rilevamenti svolti in queste due città si ottengono valori superiori agli 80 μg/m3, più che doppi rispetto alla soglia sanitaria individuata dall’OMS.

Palermo e Roma, per contro, mostrano una situazione di poco meno grave: la prima con valori medi prossimi ai 70 μg/m3, la seconda con valori medi di poco inferiori ai 60 μg/m3.

Da quando ha iniziato a effettuare questa campagna di controlli, Greenpeace ha incontrato rappresentanti dei governi delle quattro città oggetto della sua campagna, per chiedere di adottare presto provvedimenti radicali per abbattere l’inquinamento da NO2, prevedendo un percorso di progressiva limitazione alla circolazione dei diesel, fino al loro bando a partire dal 2021.

Poche però le risposte della politica a queste richieste… Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace, deve purtroppo constatare che sebbene “le città con le quali ci stiamo confrontando hanno sfide enormi davanti a loro, che richiedono coraggio e che non possono più essere rinviate, al momento nessuna tra queste sembra orientata a fare quanto stanno facendo altre città europee: dare una data di scadenza ai diesel, oltre la quale questi veicoli non potranno più circolare nei centri urbani. Questo sarebbe il modo più efficace per dimezzare in breve tempo l’inquinamento da NO2“.

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