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Spreco Alimentare: le indicazioni di Ispra per una prevenzione strutturale

spreco alimentare

Filiere corte, produzioni locali e biologiche: sono alcune delle soluzioni prospettate da Ispra nel suo rapporto sullo Spreco Alimentare che ha indagato il fenomeno lungo tutta la filiera produttiva.

Una pubblicazione annunciata in concomitanza con la giornata nazionale del 5 febbraio dedicata allo spreco alimentare, uno dei principali problemi ambientali e socio-economici che l’umanità si trova oggi ad affrontare, per portare un contributo allo studio del problema e suggerire linee di intervento sotto il profilo della dimensione ambientale.

Finora l’approccio per mitigare lo spreco alimentare si è concentrato sul destino dei rifiuti alimentari, producendo risultati significativi grazie a una legge che, tra le prime in Europa, contrasta il fenomeno (L.166/2016).

Le conclusioni del rapporto Ispra sullo spreco alimentare

Analizzando nel dettaglio le cause e i condizionamenti lungo le filiere, emerge che in quelle corte, locali e biologiche – vendita in azienda, mercati e negozi degli agricoltori – lo spreco è mediamente 3 volte inferiore a quello dei sistemi convenzionali. Nel caso di reti alimentari ancor più capillari, su base ecologica, locale, solidale e di piccola scala, lo spreco arriva a essere circa 8 volte inferiore.

Per prevenire il fenomeno è necessario, quindi, incentivare le produzioni agro-ecologiche di piccola scala, che forniscono più nutrienti e risultano più durevoli, quelle dell’agricoltura contadina connessa ai mercati del territorio, delle reti solidali e delle cooperative tra produttori e consumatori.

Il rapporto Ispra mostra che non ci sono soluzioni semplici contro lo spreco alimentare.

Le proposte di prevenzione strutturale fanno necessariamente parte di un approccio complesso: pianificazione di modelli alimentari sostenibili di produzione, distribuzione e consumo; acquisti pubblici verdi; politiche alimentari locali sistemiche e partecipate; educazione alimentare e nutrizionale; supporto alle reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali; tutela dell’agricoltura contadina e accesso alla terra; agro-ecologia in aree rurali e naturali, valorizzazione dell’agro-biodiversità; sviluppo dell’agricoltura sociale, urbana e in aree soggette ad abbandono; contrasto agli illeciti nell’agroalimentare; approfondimenti sul campo delle ricerche; ruolo attivo dei cittadini per comunità resilienti e in rete.

Casi di successo nel contrasto allo spreco alimentare

Diversi Paesi e grandi aziende alimentari del mondo hanno fissato obiettivi specifici di prevenzione e riduzione dello spreco alimentare; risulta in aumento la diffusione dei sistemi alimentari locali, ecologici, solidali e di piccola scala.

Nonostante gli ultimi dati della FAO indichino uno spreco compreso tra il 40% nel mondo e il 60% in Italia – con l’impronta ecologica che in Italia arriva al 50% della capacità naturale di rigenerare risorse e assorbire rifiuti – l’auspicio è che l’impegno dei produttori e la sensibilizzazione dei cittadini contribuiscano a centrare l’obiettivo dell’Agenda 2030: dimezzare entro questa data la perdita e lo spreco di cibo nel mondo.

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