Dopo la pizza anche la cultura alimentare di montagna punta a ricevere il riconoscimento quale Patrimonio Culturale Intangibile Unesco: è in particolare il progetto AlpFoodway a portare avanti questa richiesta.
E i lavori sono condivisi con 14 partner, tra cui la Comunità Montana della Val Camonica, e 40 osservatori in 6 paesi alpini a dimostrazione che l’approccio seguito è interdisciplinare, transnazionale e partecipativo al Patrimonio Culturale Alimentare Alpino intero.
Se ne parlerà il 27 marzo 2018 a Edolo, in un convegno organizzato dall’Università della montagna, Unimont.
AlpFoodway sta studiando e inventariando le filiere produttive alla ricerca dei comuni denominatori che definiscono il patrimonio culturale Intangibile alimentare alpino che è caratterizzato dalla presenza nell’intero arco alpino di produzioni alimentari accomunate da analoghi processi di trasformazione, saperi, tradizioni, rituali.
La valorizzazione di tali produzioni, attraverso le quali si preserva l’identità culturale alpina, al tempo stesso garantisce anche risorse economiche per lo sviluppo territoriale di aree alpine marginali.
Capofila del progetto è il Polo Poschiavo, la Val Camonica è una delle aree pilota. AlpFoodway è finanziato nell’ambito del Programma Interreg Alpine Space.