Zone 30 a Milano: dal 10 al 13 maggio una piccola zona di Corso Lodi/Corvetto diventerà luogo della sperimentazione TréntaMI: obiettivo limitare gli autoveicoli a 30 km/h nelle vie residenziali.
Verrà così mostrato un nuovo approccio all’organizzazione dello spazio stradale, per permettere ai cittadini di vivere meglio le aree sotto casa.
L’iniziativa TréntaMI è frutto della sinergia del gruppo Genitori Antismog – associazione che combatte per la riduzione del traffico e dell’inquinamento -, della Fiab Ciclobby – Federazione Italiana Amici della Bicicletta – e dello studio di Matteo Dondè, architetto già autore di diverse progettazioni di zone 30 in Italia.
Questa volta la lente d’ingrandimento sarà puntata su via Scrivia, via Tagliamento e via Don Bosco, tra le fermate Brenta e Lodi Tibb della M3.
TrèntaMI, le zone 30 sono fattibili e progettabili
È tutta questione di progettazione, come sostiene Fred Kent, urbanista e presidente dell’associazione Project for Public Spaces: “If you plan cities for cars and traffic, you get cars and traffic. If you plan for people and places, you get people and places“.
Tale soluzione presenta diversi vantaggi, anche in ottica di sostenibilità. Innanzitutto, ciò permette una maggiore sicurezza di ciclisti e pedoni: lo spazio necessario per la frenata in caso di emergenza si dimezza se si passa da 50 km/h a 30 km/h.
Inoltre, la minor velocità apporta anche una considerevole riduzione del rumore e dell’inquinamento dell’aria, permettendo a coloro che vivono a ridosso delle strade di migliorare la loro qualità e, addirittura, durata della vita, poiché, come affermato da Marco Ferrari di Genitori Antismog “chi vive a Milano ha un’aspettativa di vita di 15 mesi in meno rispetto alla media nazionale“.
Allo stesso tempo vi è una riappropriazione dello spazio da parte di chi vi abita, con benefici sia sociali sia economici. Infatti, le case in zone 30 ricevono una rivalutazione, aumentando il proprio valore perché affacciate su strade più tranquille e sicure. Inoltre, tramite la collocazione di sedute lungo i marciapiedi e la riqualificazione della funzione aggregativa di vie, viali e piazze, i residenti possono godersi lo spazio in cui vivono e i negozianti far fiorire le proprie attività.
La strada restituita alle attività dei bambini, come area di gioco o di transito così da potersi muovere in modo attivo e autonomo, dà ai più giovani la possibilità di “sviluppare meglio il proprio senso dell’orientamento” e di avere “più fiducia e autostima”, perché “imparano che sono in grado di affrontare i percorsi”, commenta Monica Vercesi di Siamo Nati per Camminare, progetto che promuove lo spostamento dei bambini in modo sostenibile.
Le iniziative come TréntaMI da sole però non sono sufficienti
Tuttavia, imporre semplicemente il limite di 30 km/h non è sufficiente, perché non è detto che venga rispettato. Ecco allora che l’architetto Dondè, durante la presentazione del progetto, spiega quali siano le diverse strategie che permettono di obbligare gli automobilisti a non superarlo.
Innanzitutto, l’alternanza della sosta, stile chicane, che evita che chi guida percorra un tratto totalmente rettilineo e quindi prenda velocità. Stesso obiettivo lo si può ottenere tramite la creazione di sensi unici che prevedano un percorso a zig-zag nel quartiere.
Per la salvaguardia dei pedoni che devono attraversare agli incroci si ricorre all’allargamento dei marciapiedi in prossimità degli attraversamenti, in modo che le persone non siano più nascoste agli automobilisti dalle macchine in sosta, percorrano un tragitto più breve in strada e il raggio di curvatura per svoltare sia ridotto, così da impedire alle macchine di affrontare la curva a una velocità troppo elevata.
Ma non è finita qui, un altro sistema è quello di togliere le svolte continue a destra, perché, da automobilisti, sappiamo bene che in questi casi badiamo alle macchine che sopraggiungono alla nostra sinistra, ma ai pedoni che potrebbero attraversare dalla direzione opposta non facciamo molto caso, con il rischio di causare un incidente.
Insomma, le soluzioni ci sono e se una città come Bilbao da maggio diverrà tutta a zona 30, perché non può farlo anche Milano? L’ultimo incontro sul tema, prima della sperimentazione di TréntaMI, è previsto per il 3 maggio alle 19:30, presso il Municipio 4 in via Oglio 18 a Milano e il focus sarà Centri commerciali e centri naturali: chi fa più affari?.