Quanto costa il mancato riciclo della plastica in Europa? Più di 100 miliardi all’anno, una cifra enorme che, attraverso il progetto eCircular, ci si propone di eliminare attraverso innovazioni digitali che accelerino la transizione all’economia circolare e carbon-neutral.
Il programma eCircular mette a disposizione oltre 6 milioni di euro di finanziamenti alla ricerca di tecnologie digitali che riescano a ottimizzare il ciclo di vita dei prodotti plastici, riducendo la produzione di rifiuti.
Presentato a Bologna e promosso da Climate-kic, il progetto avrà durata triennale (prorogabile), vede come capofila l’Università di Bologna e, tra gli altri partner Wuppertal Institute (Germania), Lund University (Svezia), Montanuniversitaet Leoben (Austria) ed Ecomatters (Olanda).
A questi, inoltre, si aggiungono una ventina di associate partner come Veolia, colosso francese dei servizi pubblici; Remondis, tra le più importanti aziende di servizi ambientali tedesche; GS1, l’unico ente italiano autorizzato al rilascio dei Codici a Barre; Dedagroup, tra le più attive aziende italiane per l’innovazione digitale di Imprese, Enti pubblici e Istituti finanziari; il Gruppo Caviro, azienda vitivinicola; il network di aziende Plastics Recycling Europe; l’Istituto Nazionale per la Ricerca Agronomica Francese – INRA.
Il progetto eCircular e il riciclo della plastica
Nel 2015 in Europa sono state prodotte oltre 49 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui il 40% costituito da plastica per imballaggi. Di questi rifiuti, meno del 40% viene riciclato, mentre più del 30% finisce all’inceneritore e il resto in discarica.
A fronte di questi numeri preoccupanti, un dato positivo è legato all’aumento della qualità della plastica riciclata, anche se la capacità di riadoperarla rimane bassa. Solo il 5% delle nuove plastiche, infatti, proviene dal recupero, mentre il 95% viene sprecato: un mancato riuso che si traduce in un buco da 105 miliardi di euro l’anno (mentre si potrebbero risparmiare da 77 a 102 euro per ogni tonnellata di plastica raccolta).
Da questi numeri parte il progetto eCircular che, seguendo le indicazioni della strategia europea sulla plastica, punta alla diminuzione dell’uso di materiali e alla riduzione dei rifiuti di plastica.
L’Università di Bologna è coinvolta con diversi dipartimenti, a partire da quello di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione, passando per il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali e il Dipartimento di Scienze Aziendali, fino al Dipartimento di Ingegneria Industriale.
“Il traguardo è la decarbonizzazione dei processi economici, per una società prospera, equa e sostenibile” sottolinea il professor Alberto Bellini, coordinatore dell’intero programma e docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione dell’Università di Bologna “Punto di forza sarà l’uso delle tecnologie digitali: si tratta, infatti di un progetto di respiro internazionale e interdisciplinare che intercetta tanto le scienze sociali (con un focus sulla circular economy) che le scienze tecniche, tecnologiche“.
Climate-KIC, attraverso il progetto eCircular, intende accelerare la transizione verso un’economia circolare e carbon-neutral che va nella direzione della riduzione della plastica entro il 2050. Il progetto eCircular è pensato per sostenere e finanziare innovazioni radicali e promuovere una loro diffusione su larga scala.
Per farlo, l’iniziativa punta sulle tecnologie digitali: strumenti che possono permettere, per esempio, di migliorare la trasparenza del mercato (con la tracciabilità continua), ridurre la frammentazione delle norme e della conoscenza, o ancora aumentare l’efficacia di processi come ReUse o ReManufacturing.
Il progetto eCircular vuole promuovere progetti pilota su smart manufacturing, eco-design avanzato, modelli di business e modelli alternativi di consumo, per poi ampliare il raggio d’azione verso strumenti di regolazione normativa e nuovi standard di processo.