Per il secondo anno l’Istituto tecnico per periti edili Carlo Bazzi ha partecipato alla Milano Green Week su iniziativa del Preside, l’architetto Umberto Andolfato, da sempre attento alle tematiche della sostenibilità.
L’incontro aperto agli studenti e al pubblico si è inserito nel tema portante di questa edizione della Milano Green Week, l’albero, con il titolo, Le nuove trasformazioni urbane: Dall’albero alle foreste urbane.
Il convegno ha ospitato Elena Grandi, Vicepresidente Municipio 1 Assessore Verde Ambiente Demanio Casa Arredo Urbano e gli architetti Flora Vallone, Presidente AIAPP Lombardia, Alessandro Ferrari, Vice Presidente AIAPP Lombardia e Valerio Cozzi, paesaggista e autore della pubblicazione Piantare alberi in città.
I temi dell’incontro all’Istituto Bazzi per la Milano Green Week
Nella sua introduzione Umberto Andolfato ha sottolineato l’importanza dell’ambiente e del territorio nella progettazione a qualsiasi livello. L’Istituto Carlo Bazzi, fondato nel 1872, con il suo corso di studi in C.A.T. (Costruzione, Ambiente, Territorio) risponde al cambiamento della visione attuale del costruire.
Tutte le attività dell’uomo devono considerare l’ambiente e le città devono essere progettate per aumentare il benessere dei cittadini, in quest’ottica il verde è fondamentale. L’albero non è un semplice arredo urbano, precisa Andolfato, ma un elemento vivente, un alleato per ridurre l’impatto ambientale.
Il Presidente dell’Istituto, l’imprenditore edile Luca Cazzaniga, si è rivolto in particolare agli studenti spiegando che oggi le aree verdi urbane devono essere pensate esattamente come il costruito con un rapporto equilibrato.
Elena Grandi ha aperto i lavori raccontando dell’apertura del giardino condiviso nel carcere di San Vittore laddove c’era un’area degradata. Ha inoltre spiegato che l’idea di edilizia legata alla costruzione e al consumo di suolo oggi è cambiata. Nella visione contemporanea infatti i territori si devono valorizzare con metodi sempre più sostenibili.
Il Comune di Milano per esempio sta mappando i tetti della città per individuare e incentivare la possibilità di creare nuovi spazi verdi. Il tema del paesaggio è sinergico con il tema del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale per migliorare la qualità della vita, ha aggiunto Flora Vallone, sottolineando che le istituzioni con Agenda 2030 si stanno impegnando per il pianeta. Il paesaggio e la qualità dell’ambiente sono diritti per i cittadini e la collettività deve convergere su obiettivi comuni.
Le città ospitano più della metà della popolazione mondiale e consumano il 70% delle risorse. La qualità del paesaggio coincide con la qualità della vita, consente di sviluppare nella quotidianità identità, condivisione, relazioni, genera servizi per tutti gli esseri viventi. L’edilizia sostenibile è da sviluppare sempre di più attraverso l’integrazione del verde nel costruito.
L’albero è un elemento di trasformazione, un filtro fondamentale per l’ambiente. Valerio Cozzi ha spiegato che spesso non si rispetta come si dovrebbe. Usiamo gli alberi come oggetti ma è importante capire quali tipologie mettere a dimora a seconda del clima, della storia, degli spazi di ogni città. Se si pensa alla piazza italiana quattrocentesca gli alberi non erano contemplati perché la città era il luogo di separazione dal mondo rurale.
Oggi invece il verde in città ha un ruolo molto importante, ci ricorda che esiste la natura, fondamentale per il nostro benessere. In fase di progettazione delle aree verdi bisogna conoscere il sottosuolo delle città dove sono sistemati tutti i sotto-servizi per capire come mettere a dimora gli alberi e consentire alle radici di espandersi e respirare, per esempio con i marciapiedi sospesi. Questa attenzione è importante per permettere lunga vita agli alberi considerando tutto quello che essi ci restituiscono abbattendo il calore, drenando il terreno, purificando l’aria.
Infine Alessandro Ferrari ha illustrato l’evoluzione della forestazione urbana. Esistono diversi tipi di verde pubblico dai viali alberati ai giardini, dai parchi urbani ai parchi metropolitani. Gli elementi naturali sono sempre gli stessi ma utilizzati per costruire progetti diversi. Molti sono gli esempi nel mondo di forestazione urbana a cominciare da New York, Amsterdam, L’Aia, il bacino della Ruhr, dove ex aree industriali o ex ferrovie degradate sono state bonificate e riqualificate in aree verdi e vivibili a disposizione dei cittadini.
Anche Milano ha una storia importante di forestazione urbana con la costituzione del Parco di Trenno nel ’71, il Boscoincittà nel ’74, il Parco Nord nel ’75, il Parco delle Cave nell’81, il Parco dei Fontanili nel ’95, tanto che la superficie verde urbana dal 1936 al 2000 è aumentata di 15 volte.
In conclusione gli alberi sono nostri alleati con il loro prezioso contributo nella riduzione del calore, dell’inquinamento, del consumo di energia, della salvaguardia del terreno.
Inoltre favoriscono la biodiversità e hanno un’influenza sul benessere mentale e fisico delle persone, oltre a promuovere la sensibilità civica e non da ultimo aumentano il valore immobiliare delle nuove costruzioni.