La nube sprigionata con l’incendio di Quarto Oggiaro (quartiere di Milano) non si è dissolta malgrado il forte vento di domenica sera. E si parla ancora di mini-focolai attivi. Incendi dolosi a parte, con l’arrivo dell’autunno, Milano e tutte le città della Bassa Padana, devono approntare misure antinquinamento per tenere a freno le concentrazioni di polveri nell’aria e inquinanti gassosi.
Che sono ancora fuori legge. Ma più che azionare via via piani di emergenza ci sarebbe bisogno di una strategia di “lungo respiro“. Quello che dovrebbero fare serenamente tutti i cittadini: respirare in profondità, una volta coscienti che sta a tutti noi cambiare abitudini. E magari anche leggi.
Lo ripete da tempo l’assessore all’ambiente del Comune di Milano, Marco Granelli, che in questi giorni torna alla carica sulle misure antinquinamento: “la regola regionale sull’attivazione dei blocchi emergenziali dice che si può verificare la situazione ed emettere provvedimenti solo il lunedì e il giovedì. Una norma anacronistica, che non abbiamo fatto noi, se pensiamo ai cambiamenti del clima. Ho chiesto a Regione Lombardia una maggiore flessibilità su questo punto.
E comunque intendo ribadire che per questa Amministrazione i veri provvedimenti sono quelli strutturali, non quelli emergenziali. Intervenire in emergenza non risolve il problema e costringe i cittadini a usare il proprio mezzo alcuni giorni sì e altri no. Servono misure antinquinamento strutturali, come diciamo da tempo. È molto più efficace agire strutturalmente, per esempio per finanziare il trasporto pubblico locale e favorirne l’uso e incentivare il cambio dei mezzi attraverso contributi che portino ad usare sempre più il metano e l’elettrico“.
Le soluzioni? Più di una… vediamole perché tutto è fattibile.
Misure antinquinamento: il riscaldamento? Moderiamolo
Stare sotto i 20 gradi centigradi si può. Anzi, si deve. Agire sulla coibentazione del proprio appartamento/condominio conviene, ma se si è in un appartamento a riscaldamento autonomo si può iniziare a lavorare sull’abitudine di vestirsi al meglio.
È bene partire, comunque, da una considerazione: il riscaldamento residenziale è colpevole del 50% delle emissioni di ossido di carbonio e del 30% delle polveri sottili. Questo perché più del 50% degli edifici del Belpaese è ancora in classe G che è la più bassa (fonte: engie).
In questo periodo in cui la temperatura è ancora mite ci si può fare portavoce con il proprio amministratore di condominio perché non si accendano i riscaldamenti inutilmente.
Misure antinquinamento: piante e verde pubblico e privato
Di fronte all’evidente cambiamento del clima in atto – sostiene la Coldiretti – non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato che concorre a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.
In particolare al vertice della prima top ten delle piante in grado di catturare quasi 4.000 chili di anidride carbonica (CO2) nell’arco di vent’anni di vita, bloccando anche le pericolose polveri sottili PM10 e abbassando la temperatura dell’ambiente circostante, troviamo l’Acero Riccio: ogni esemplare è in grado di assorbire fino a 3.800 chili di CO2 in vent’anni e ha un’ottima capacità complessiva di mitigazione dell’inquinamento.
A pari merito, con 3.100 chili di CO2 aspirate dall’aria, ci sono poi la Betulla Verrucosa e il Cerro. Catturano fino a 2,8 tonnellate di CO2 in un ventennio il Ginkgo Biloba, il Tiglio Nostrano, il Bagolaro, il Tiglio Selvatico, l’Olmo Comune e il Frassino Comune. L’Ontano Nero, con 2,6 tonnellate, chiude la top ten delle piante mangia smog elaborata dalla Coldiretti su dati CNR.
Le polveri PM10 – spiega la Coldiretti regionale su dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente – causano ogni anno in Italia circa 80.000 morti premature. Una vera e propria emergenza che ha portato diverse regioni del Nord, dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia Romagna ad adottare stringenti misure antinquinamento – limitazioni al traffico e all’uso di combustibili da riscaldamento.
“Per questo” dichiara Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e Vice Presidente della Coldiretti nazionale “è importante la riconferma del bonus verde anche per il prossimo anno nella legge di bilancio in discussione, per favorire la diffusione di polmoni verdi nelle città. Si tratta di un segnale importante per un settore da primato del Made in Italy come il florovivaismo, che in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e che solo in Lombardia conta su seimila aziende, tra floricoltura e servizi, oltre la metà delle quali si concentra nelle province di Milano, Varese, Como e Brescia“.
Una misura strategica per la lotta all’inquinamento anche alla luce del provvedimento adottato dalla Commissione Europea che il 17 maggio 2018 ha deferito l’Italia (insieme a Francia, Germania, Ungheria, Romania e Regno Unito) alla Corte di giustizia dell’Ue per mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento.