Nel boschetto della Gp EcoRun ci sono meli, prugni e peri selvatici. Tanti biancospini. Viburni, cornioli. E le immancabili querce che siamo sicuri svetteranno per forza e possenza. In tutto 75 piante giovani (50 Per l’edizione 2018 e 25 per le precedenti), messe a dimora a Vellezzo Bellini (piccolo Comune del Pavese) proprio nella settimana dedicata agli alberi.
Tanti ne dovevamo rispettando il format della Gp EcoRun, la marcia green di Green Planner che prevede la compensazione di CO2 prodotta dai partecipati alle tappe organizzate in Cascina Darsena, a due passi da Vellezzo Bellini.
I calcoli si devono all’EcoIstituto di Bolzano sulla base di un assorbimento annuo di 12kg di CO2 (una volta cresciuti).
Il sindaco Graziano Boriotti e il consigliere con delega all’ambiente Norberto Bordoni ci hanno accolti preparando il terreno.
Abbiamo piantumato una nuova area: quella che porterà a far nascere un nuovo parco urbano di 7 ettari: “una grande area verde e alberata” spiega il sindaco “tra il campo sportivo di Giovenzano e la strada sterrata verso Torriano. Qui sorgerà anche la nuova scuola“.
Alcune aree sono già acquisite, altre lo saranno conclude il sindaco. Esattamente come da programma elettorale che si sta realizzando.
Una giornata per realizzare il boschetto della Gp EcoRun
Sebastian Brocco, membro di Core-Lab e scienziato ambientale ha seguito per Green Planner il progetto di piantumazione del boschetto della Gp EcoRun.
È proprio lui che spiega quali sono le procedure che abbiamo seguito per questa piantumazione a cominciare dalle varietà scelte: “sono piante autoctone appartenenti a 14 specie diverse, di caratteristiche differenti fra loro per poter creare un boschetto vario e accogliente per la fauna selvatica“.
Gli esemplari sono stati acquistati dai Vivai ProNatura di San Giuliano Milanese, associazione di volontariato che da trent’anni raccoglie semi direttamente in natura al fine di preservare la biodiversità locale.
“Abbiamo scelto alberi ad alto fusto” continua Sebastian “come farnie, olmi e bagolari, alberi di medie dimensioni come meli e peri selvatici e grossi arbusti, come i biancospini e gli spincervini. Tutte le specie scelte hanno la capacità di fornire servizi ecosistemici per la fauna locale: molte sono le piante, tra cui la fusaggine e la lantana, che producono bacche e piccoli frutti graditi a uccelli e piccoli mammiferi; quasi tutte sono specie che si riempiono di fiori utili agli impollinatori, dal pallon di maggio allo scotano; altre, come il pioppo e l’olmo, forniscono molto polline, che è un’importante fonte di proteine per le api in primavera“.
Come avete impostato il lavoro di piantumazione?
Innanzitutto, abbiamo aspettato il momento più sicuro per la salute delle piante, attendendo che andassero in riposo vegetativo e perdessero le foglie.
Per aiutare l’attecchimento è stato disposto un fondo di terriccio su cui sono state appoggiate le radici della pianta con tutta la zolla: al momento della copertura è stato assolutamente fondamentale non lasciare scoperte le radici né interrare il colletto (il punto di contatto tra radici e fusto), poiché questa azione può rivelarsi molto pericolosa per la salute e la stabilità della pianta (c’è il rischio che si sviluppino marciumi in questa zona).
Infine abbiamo proceduto alla messa in sicurezza delle piantine: la pacciamatura è stata fatta coprendo il terreno attorno al tronco con un foglio di cartone (biodegradabile e atossico) per impedire alle erbacce di crescere sottraendo troppi nutrienti, è stato messo un tutore in legno per tenerle dritte e una retina in ferro per proteggerle dalla fauna selvatica e dai decespugliatori.
Le piante sono state disposte alternate per specie, in maniera tale da sfavorire contagi in caso un esemplare si ammali in futuro.
A questo punto come possiamo immaginarci che verrà il boschetto?
“L’aver alternato le specie” fa notare Sebastian “renderà sicuramente molto vario e folto il boschetto, ma soprattutto offrirà bellezza in ogni stagione: dalle bacche rosse del biancospino in inverno ai fiori del pallon di maggio e dei meli in primavera, dalle infiorescenze rosa dello scotano in estate, al bellissimo fogliame della fusaggine in autunno“.
Ma non finirà qui: la presenza di piante di diverse dimensioni è essenziale per poter ricreare un ambiente più vicino a quello naturale e l’auspicio di tutti noi è che dai semi che le piantine della Gp Ecorun produrranno da grandi, nascano nuove piante e il boschetto cresca sempre di più.
Intanto, il nostro grazie va a chi ha collaborato alla piantumazione in una bellissima domenica di fine autunno: a Sebastian e Armando, Annita e Paolo soprattutto.