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Riapertura dei navigli di Milano, resilienza e sostenibilità in arrivo

pubblicato il: - ultima modifica: 15 Ottobre 2021
riapertura dei navigli di milano

La proposta del Comune per la riapertura dei navigli di Milano vuole recuperare lo storico tracciato di fine Ottocento, per realizzare un sistema continuo costituito da un canale e da una pista ciclabile che portino nuova qualità urbana, in modo omogeneo, tra le periferie passando dal centro.

La riapertura dei Navigli di Milano può portare i seguenti vantaggi alla città:

  • migliorare la vivibilità in quelle parti della città costruite nel tempo come assi viari senza identità
  • rilanciare e valorizzare i luoghi storici e il paesaggio urbano
  • tutelare l’ambiente urbano avviando un processo di vero sviluppo sostenibile, con meno automobili e più qualità della vita

Qui di seguito abbiamo analizzato i vari aspetti del progetto di riapertura dei navigli di Milano – la prima fase di lavori è attualmente sottoposta a consultazione e riporterà alla luce due degli oltre sette chilometri del tracciato storico – intervistando i protagonisti.

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I nuovi Navigli renderanno più resiliente Milano

Si andrà in gondola certo, ma oltre agli aspetti ludici, la riapertura dei Navigli a Milano porterà tanto altro. In primis la resilienza ambientale.

Tanti gli aspetti positivi una diversa gestione delle acque e una mobilità più ecologica anche se qualche adattamento, soprattutto dei residenti delle aree limitrofe, sarà necessario.

Tra gli aspetti positivi segnaliamo la mitigazione del clima e la capacità di rendere più resiliente il capoluogo lombardo ai cambiamenti climatici. Come? Marco Granelli, assessore alla mobilità e all’ambiente di palazzo Marino, parla di “diminuzione delle isole di calore e gestione migliore delle bombe d’acqua“.

Nel progetto di riapertura dei navigli di Milano è scritto nero su bianco che ci sarà un parziale contributo alla soluzione delle piene del Seveso. Diversi aspetti idraulici prevedono la separazione delle acque della Martesana dal Seveso e questo porterà anche acque pulite per la città e per la limitrofa agricoltura.

Ma non solo, Giuseppina Sordi, direttore area ambiente ed energia del Comune di Milano, aggiunge che sono previsti nuovi bandi (la data precisa della pubblicazione non è ancora nota) cui potranno partecipare cittadini e aziende per creare azioni di efficientamento energetico e ambientale tra cui tetti e pareti verdi.

Sempre che la riapertura dei Navigli (un tratto di 7,7 km) si farà. I bookmaker dicono che le probabilità sono al 90%. Il resto può essere qualche ritocco, spunti emersi anche a seguito degli incontri che il Sindaco Giuseppe Sala ha deciso e chiesto di organizzare al posto del referendum: cittadini informati per prima cosa.

Questo mese di agosto vede al lavoro Andrea Pillon, moderatore degli incontri: deve redarre il documento di sintesi sui temi emersi con osservazioni e proposte dei cittadini sul tema della riapertura dei Navigli a Milano.

Qualche anticipazioni a proposito dei dubbi: tra i temi più sentiti, lo dice Pillon, sono quelli legati alla mobilità e all’accessibilità ai propri edifici. Ma anche alla sicurezza, al decoro e alla manutenzione. Opportunità e riqualificazione sono temi sentiti e digeriti, ma in molti temono che i nuovi navigli possano trasformarsi in ambienti da movida.

Insomma, la città sarà più vivibile? Sì e probabilmente anche più ricca. Ma qui si apre il capitolo dei costi benefici dei nuovi Navigli. Ne abbiamo parlato con Roberto Zucchetti professore a contratto della Università Bocconi, Certet (centro di Economia Regionale dei trasporti e del turismo). Per il Gruppo Class Zucchetti ha curato la stesura del documento di analisi costi benefici dell’opera.

Riapertura dei Navigli di Milano: una città più verde, oltre che blu

Una Milano più verde (agricola a km zero), oltre che blu per la gestione più efficiente delle acque. È quello che si prospetta per il capoluogo lombardo con l’operazione di riapertura dei navigli di Milano, ovvero di quei circa 8 km che interesseranno il Naviglio Martesana, la Darsena e la riapertura di cinque tratti dei Navigli milanesi.

Sì ma, sel custa chiede il milanese che affolla gli incontri organizzati dal Comune per informare i cittadini sull’operazione.

A lui risponde Roberto Zucchetti, professore a contratto della Università Bocconi, Certet (centro di Economia Regionale dei trasporti e del turisimo) che ha riassunto in un documento curato in seno al Gruppo Class i costi (la spesa complessiva del progetto, comprensiva degli oneri fiscali, è di 150,8 milioni di euro,) e i benefici dell’opera.

Da cui si deduce subito” spiega Zucchettiche utilizzando ipotesi molto restrittive e prudenti, l’analisi costi/benefici indica un valore attuale netto economico ampiamento positivo, superiore di circa 60 milioni di euro“.

In pratica, i benefici di natura idraulica, a cura di Mm, che prevedono il funzionamento dei depuratori, l’irrigazione per l’agricoltura, la manutenzione Darsena e anche lo sfruttamento geotermico dei nuovi lavori coprirebbero i costi di investimento, la gestione e la manutenzione dell’opera. Insomma, un impatto ambientale ed economico, diciamocelo, positivo in direzione, anche di una città più verde, oltre che blu.

A partire dall’ottimizzazione delle cosiddette acque parassite, oneri e onori che riguardano tutti i milanesi anche se forse la cosa sfugge ai più. Zucchetti sintetizza così.

Un primo beneficio dell’intervento consiste nella possibilità di smaltire, senza un conferimento in fognatura, i flussi delle acque meteoriche e parassite, cioè provenienti da sistemi di pompaggio per il mantenimento in funzione di spazi e impianti che sono sistematicamente allagati per effetto dell’innalzamento della falda“.

Un secondo beneficio di natura idraulica riguarderà il sistema di irrigazione a finalità agricole. Più acqua a disposizione per i campi, quindi. Si parla di 1.500 ettari che avrebbero beneficio da questa operazione. Milano è città di servizi certo, ma è anche una delle metropoli agricole più grandi d’Europa. E i nuovi Navigli la spingono verso un’economia verde maggiore.

Con l’ausilio del Consorzio Villoresi è stata definita anche la nuova portata pari a 3 metri cubi al secondo con una capacità di irrigazione (prudenziale) pari a 500 ettari per m3. Quindi, il capoluogo lombardo del km zero sarebbe interessato da un incremento del valore agrario complessivo pari a 27,6 milioni di euro.

Tale è la stima dell’incremento di produzione ottenibile” spiega Zucchettinegli anni futuri per effetto della maggiore irrigazione locale dovuta alla riapertura dei navigli milanesi“.

C’è, infine, un altro aspetto legato alla riapertura dei Navigli che non va sottaciuto: ovvero quello del miglioramento dell’aria e dell’efficienza energetica.

Mobilità dolce ed energia: impatto positivo con la riapertura dei Navigli di Milano?

L’aria di Milano sarà più salubre con la riapertura di quei 7,7 km di Naviglio; la mobilità dolce arriverà? Anche questo è un punto fondamentale che riguarda il progetto legato alla Milano dei nuovi canali navigabili.

Lorenzo Lipparini, che è l’assessore all’attività partecipata del Comune milanese afferma che il progetto è orientato alla tutela della città e dei cittadini. E che comprende anche il miglioramento della qualità dell’aria.

Perché di fatto ci sarà una rivisitazione del traffico urbano. La mobilità dolce ci attende anche se non tutti andremo in gondola. Ma l’avviso è “sta a noi adattarci a un nuovo modo di spostarci“.

A ottobre la decisione definitiva sul ritorno o meno della riapertura dei navigli di Milano (noi a oggi la diamo al 90%). Il progetto, però, non riguarda solo la città e i suoi residenti, ma anche i Comuni dell’area metropolitana come evidenzia Arianna Censi, vicesindaco città metropolitana enumerando i 134 comuni interessati.

Anche loro dovranno fare i conti con un nuovo modo di gestire il traffico e non è un caso che la prima tratta che verrà costruita si sovrappone alla costruzione della metropolitana M4 che avrà fermate ogni 400 metri.

Secondo una proiezione enunciata da Roberto Zucchetti, professore a contratto della Università Bocconi, Certet (centro di Economia Regionale dei trasporti e del turismo) che ha supportato il progetto con un’analisi costi/benefici: “si prevede una riduzione delle percorrenze auto pari a 3,2 milioni di Km l’anno e un decremento delle percorrenze moto di 3,1 milioni di Km l’anno“.

Meno rumori e probabilmente un bel taglio di incidenti. Chi si libera dei mezzi privati forse impiegherà un po’ più tempo, ma chi userà i mezzi pubblici otterrà vantaggi. Zucchetti nel suo documento fa notare: “lo stesso numero di persone impiegherà complessivamente più tempo. Tuttavia, il 52% degli spostamenti registrerà variazioni, in più o in meno, inferiori al minuto“.

E il traffico commerciale? Allo studio azioni di incentivi ad hoc e la fiducia che il “settore della logistica sia molto rapido ad adattarsi ai cambiamenti e risponderà all’aumento dei costi con un’opportuna riallocazione dei punti di presa e di consegna delle merci“.

Chissà magari si potrebbe anche sfruttare le carrozze della nuova MM4 per portare le merci nei negozi di prima mattina…

Il lavoro sulla mobilità dolce, con la creazione di un’area a traffico estremamente limitato, la messa in servizio di autovetture condivise (si spera sempre più a emissioni ridotte per quindi attivare un vero e propri car sharing elettrico in tutta la città), la già numerosissima flotta di bike sharing, si associa a una riqualificazione che riguarda il sistema del riscaldamento in città.

Con la riapertura dei Navigli, infatti, si parla anche dell’eliminazione progressiva delle centrali termiche alimentate a gasolio, di una capillarità maggiore del teleriscaldamento, della diffusione e dell’incentivazione all’utilizzo della risorsa geotermica della falda per pompe di calore.

Tutte azioni che potrebbero insieme fornire l’occasione per creare una Milano dall’aria più salubre e con una mobilità dolce e sostenibile. E quindi, neanche troppo nascosti si dovrebbe parlare di benefici sul budget sanitario. Speriamo!

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