Nonostante quello che si potrebbe pensare, l’abitacolo delle automobili non ci protegge abbastanza dall’inquinamento atmosferico causato dalle emissioni nocive e i fumi del traffico raggiungono noi e i nostri passeggeri come se stessimo pedalando.
I rischi per la salute sono gli stessi, quindi, sia se utilizziamo un’auto, se pedaliamo o se passeggiamo sui marciapiedi nel traffico: a questa conclusione è arrivata la ricerca condotta dall’associazione Cittadini per l’Aria che ha effettuato una rilevazione del particolato nella città di Milano durante la ciclostaffetta Gambe all’Aria.
Fumi del traffico: i risultati dell’esperimento a Milano
In base ai dati raccolti durante l’esperimento, svoltosi per circa due ore durante il pomeriggio di un giorno lavorativo di fine settembre, i livelli di particolato medi (PM10 e PM2.5), rilevati all’interno dell’auto durante 3 diversi percorsi, sono variati tra i 30 e i 61 μg/m³ per il PM10 e tra i 12 e i 23 μg/m³ per il PM2.5 (i limiti di legge previsti annualmente sono rispettivamente 40 μg/m³ e 25 μg/m³).
Valori del tutto simili a quelli riscontrati durante il percorso in bicicletta (tra 26 e 60 μg/m³ per il PM10 e tra 12 e 27 μg/m³ per il PM2.5) che indicano come usare l’automobile per spostarsi in città non ci protegga dagli agenti inquinanti dovuti ai fumi del traffico.
Sebbene lungo i tratti in bicicletta si siano registrati picchi di particolato più alti in valore assoluto (PM10 937 μg/m³ e PM2.5 108 μg/m³) in corrispondenza del passaggio di automobili particolarmente inquinanti, questi duravano pochi secondi.
Al contrario, quelli rilevati all’interno dell’abitacolo dell’auto sono risultati meno elevati (PM10 265 μg/m³ e PM2.5 45 μg/m³) ma hanno avuto una durata media maggiore. Ciò ha fatto sì che, in alcuni percorsi, la media degli inquinanti rilevata in auto sia risultata leggermente superiore a quella rilevata in bicicletta.
Come si è svolta la ricerca sui fumi del traffico
Per raccogliere questi dati, Cittadini per l’Aria Onlus ha collocato un contatore ottico di particelle sul sedile posteriore di un’automobile; proprio nella posizione in cui siedono i bambini sul seggiolino.
Auto che, a sua volta, con il finestrino del guidatore leggermente aperto, seguiva un tandem equipaggiato con lo stesso contatore. Questo ha reso possibile il confronto tra l’esposizione al particolato misurata in bicicletta e quella, misurata sullo stesso percorso, all’interno dell’abitacolo dell’auto.
Nell’esperimento dell’associazione milanese si è scelto un percorso identico per la bici e l’auto. Tuttavia, i livelli registrati in bici durante l’esperimento avrebbero potuto essere ridotti deviando verso aree meno trafficate come parchi e aree pedonali dove le quattro ruote non possono accedere.
“Questo esperimento” secondo Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria Onlus “evidenzia ancora una volta la necessità di sostenere e potenziare la mobilità in bicicletta nelle aree urbane e peri-urbane: un’occasione di esercizio fisico per le persone e una misura con un costo minimo per le amministrazioni. Creare, a Milano come in ogni città, percorsi ciclabili diffusi e continui, è un sistema semplice per invogliare chi ancora non lo fa a usare la bici contribuendo a migliorare l’aria che respiriamo tutti“.
I risultati della comparazione dimostrano che accompagnare i bambini in automobile non li protegge dall’inquinamento da particolato, contribuendo invece a peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria che respirano in città.
Si alimenta così un circolo vizioso che colpisce tutti, ma in particolare le categorie più sensibili come i bambini, gli anziani e i cardiopatici.