Riduzione della Tari: a Milano chi dona cibo paga meno tasse; il taglio previsto sarà del 20%. Lo ha annunciato la vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo in occasione della presentazione del nuovo centro raccolta e smistamento cibo creato presso il Municipio 9.
Si calcola che siano 20.000 i bambini che vivono sotto la soglia di povertà nella sola Milano a loro viene incontro il programma QuBi, promosso da Fondazione Cariplo per combattere la povertà alimentare ed educativa in 25 quartieri del capoluogo lombarda.
E in questi giorni, il programma ha visto compiersi un importante tassello nel Municipio 9, proprio sotto i palazzi della finanza milanese. È stato infatti inaugurato il nuovo hub di quartiere in via Borsieri 2, frutto del protocollo Zero Sprechi, condiviso da Comune di Milano, Politecnico e Assolombarda, e del lavoro del Banco Alimentare della Lombardia.
La struttura, la cui realizzazione e gestione sono finanziate proprio attraverso il bando QuBi, raccoglierà e ridistribuirà ogni anno 70 tonnellate di cibo, seguendo un modello creato dal Politecnico, con un lavoro proseguirà con il monitoraggio dell’impatto dell’hub e la creazione di un’esperienza estendibile ad altre zone della città.
Tra le azioni messe in campo per contrastare lo spreco alimentare vi è quella di Assolombarda, che con il bollino Zero Sprechi punta a premiare quelle imprese che si impegnano a trovare metodi per non buttare, bensì ridistribuire, le eccedenze di cibo a chi ne ha più bisogno.
E proprio all’inaugurazione dell’hub la vicesindaco Scavuzzo ha illustrato gli incentivi messi in campo dal Comune per sostenere la causa alimentare: “È prevista una riduzione della Tari del 20% per le imprese che donano il cibo, ma è anche attiva una rete che recupera e ridistribuisce le eccedenze delle mense scolastiche“.
Infine, l’augurio di Marco Magnelli, direttore del Banco Alimentare della Lombardia a cui è affidata la gestione dell’hub, è che il modello dia il massimo: “Abbiamo come obiettivo per il 2019 di sfruttare al massimo questo modello per poterlo esportare” spiega “Non solo: questa rete di deve riuscire a innescare collaborazioni e legami con il territorio, stimolando una progettualità comune“.