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Dati allarmanti sui rifiuti di plastica pro capite

Produzione pro capite di plastica

I dati sui rifiuti di plastica pro capite sono allarmanti! Ogni 5 giorni, un italiano produce in media 1 chilogrammo di rifiuti plastici. Tanta, troppa roba soprattutto a fronte del fatto che su scala europea il 40% della plastica viene persa e non avviata al riciclo.

Questi dati allarmanti sono firmati dal Wwf che avvisa che “nei prossimi 15 anni la produzione di rifiuti plastici potrebbe aumentare del 41% a causa dell’accelerazione della produzione di materie plastiche dovute al calo dei costi di produzione“.

Inoltre, il recente bando cinese alle importazioni di rifiuti plastici farà sì che, dal 2030, 111 milioni di tonnellate di rifiuti plastici dovranno essere ridistribuiti a livello globale.

Si aggiunga che, se non vengono invertiti i trend attuali, da oggi al 2030 rischiamo che aumentino del 50% le emissioni di Co2 dovute alla plastica e triplichino quelle derivanti dal suo incenerimento.

I numeri sulla produzione pro capite di plastica sono impressionanti e li riassume il report Responsabilità e rendicontazione, le chiavi per risolvere l’inquinamento da plastica prodotto dal Wwf: 396 milioni le tonnellate di plastica vergine che vengono prodotte su scala globale ogni anno, circa 100 milioni di tonnellate (pari a un terzo dei rifiuti plastici prodotti, che ammontano a 310 milioni di tonnellate) sono quelle che vengono disperse in natura al mondo per colpa della scorretta gestione della filiera della plastica (dalla produzione, al consumo, al riciclaggio, allo smaltimento).

Produzione pro capite di plastica

Se il contesto, rimarrà immutato entro il 2030 l’inquinamento da plastica raddoppierà rispetto all’attuale e gli oceani saranno gli habitat più colpiti poiché oggi è più economico scaricare la plastica in natura piuttosto che gestirla efficacemente fino a fine vita.

E poi ci sono i costi nascosti che pesano sui bilanci nazionali comunque: sono le esternalità ambientali, i costi per le comunità umane e per gli ecosistemi che ammontano a 8 miliardi di dollari (coinvolte attività come la pesca, il commercio marittimo, il turismo e gli ecosistemi marini).

L’attuale modo di produrre, utilizzare e smaltire la plastica è fallato. In questo sistema non vi sono responsabilità e rendicontazione: l’unica certezza è che enormi quantità di plastica finiscono in natura. Siamo nel bel mezzo di una crisi dovuta all’inquinamento da plastica” è il pensiero di Marco Lambertini, direttore generale del Wwf Internazionale “Questo materiale di per sé non è cattivo, nonostante ciò sono evidenti i danni alla vita marina e solo oggi stiamo iniziando a capire gli effetti sulla salute umana. Questa crisi la possiamo superare se ognuno saprà dare conto di come usa la plastica. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità condivise lungo tutta la filiera della plastica intervenendo in tutte le fasi, dalla progettazione al fine vita dei beni di consumo“.

Soluzioni per ridurre i rifiuti di plastica pro capite

Le soluzioni per risolvere il problema ci sono: riduzione alla raccolta, riciclo e sviluppo di alternative. Le proiezioni dicono che con un approccio più sistemico lungo tutto il ciclo di vita della plastica, si potrebbero ridurre del 57% i rifiuti plastici (pari a 188 milioni di tonnellate di plastica in meno).

Ma la politica pone come data il il 2030. Troppo tempo.

Produzione pro capite di plastica

Vero è che entro il 2021 è al bando della plastica monouso (quella che vive meno di 1 anno): questa azione potrà ridurre la domanda di plastica del 40%. E si arriverebbe, sempre secondo le proiezioni del Wwf, a ridurre il carico di plastica nei rifiuti del 57%.

Questo, unito a una crescita di plastica riciclata, potrebbe abbattere della metà la produzione di plastica vergine. Inoltre, migliorare la gestione dei rifiuti e incrementare il riutilizzo, creerebbe un’economia della plastica priva di forme di inquinamento capace di creare oltre 1 milione di posti di lavoro nella filiera del riciclo e della rilavorazione.

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