Mi abbatto e sono felice è uno spettacolo teatrale a impatto veramente zero. Dentro e fuori. Dentro perché in scena non si fa uso di energia elettrica, se non quella auto-generata dallo sforzo fisico della pedalata di una bicicletta cavalcata dall’unico attore in scena, Daniele Ronco.
Fuori, perché le tematiche raccontate sono quelle della decrescita felice. Sono questi i presupposti green di Mi abbatto e sono felice (in scena a Milano, nel fine settimana del 6 aprile, presso il Nuovo Teatro Ariberto di via Daniele Crespi al 9).
Nessun elemento scenico, musiche live, costumi essenziali e recuperati dal guardaroba di nonno Michele, il vero protagonista del monologo curato dalla regia di Marco Cavicchioli.
Lo spettacolo sta collezionando diversi premi: MaldiPalco 2015, CassinoOFF 2016, Premio voce della società giovanile e Anello Verde come migliore spettacolo green e smart nazionale.
Ispirato alla decrescita felice di Maurizio Pallante, lo spettacolo rende omaggio ai grandi vecchi, a quelli che senza saperlo, forse, già vivevano in piena economia circolare, recuperando gli scarti e vivendo a contatto con la natura.
“Mi abbatto e sono felice” racconta Daniele Ronco, torinese classe 1984 “nasce dalla riflessione che mi ha accompagnato nei mesi successivi alla morte di mio nonno, una persona che mi ha insegnato tanto e che stimo infinitamente per la condotta di vita esemplare perseguita durante i 91 anni trascorsi su questo pianeta“.
Disagio, crisi, scarsa produttività, povertà, inquinamento, surriscaldamento globale… Ma come, nell’era del benessere ci sono tutti questi problemi? La felicità dell’uomo occidentale pare essere direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma. Ma è davvero così?
Mi abbatto e sono felice, rifacendosi ai principi etici della decrescita felice, accompagna il pubblico in un viaggio che fa la spola fra un passato intriso di freschezza e genuinità e un presente frenetico e stanco di correre.