Eco-design applicato al gelato, sulla base di studi di economia circolare e analisi del ciclo di vita (Lca, Life cycle assessment): ecco quello che sta portando avanti Sammontana facendo notare che dietro a un barattolino di gelato si nascondono calcoli legati anche alla Water Scarcity Footprint e al Land Use.
Un anno fa avevamo raccontato come l’azienda della famiglia Bagnoli avesse avviato un progetto per ridurre e compensare le emissioni relative a 18 lidi in cui sono venduti i loro prodotti, così come dello studio di Carbon Footprint condotto sulla filiera del barattolino Sammontana.
L’impegno però non si esaurisce qui, perché ora i gelati prodotti sono stati anche oggetto di un’analisi in un’ottica di economia circolare, per capirne le potenzialità di circolarità, che non si limitano alla Carbon Footprint.
Si vogliono anche approfondire gli aspetti legati alla Water Scarcity Footprint e al Land Use, mantenendo la collaborazione con il Consorzio Universitario di Ricerca Applicata dell’Università degli Studi di Padova (Cura).
Il primo passo rimane sempre quello di quantificare scientificamente tramite degli indicatori dedicati le performance del prodotto, per poi valutare quali siano le strategie migliori da mettere in atto.
Per permettere un approccio olistico e completo, gli studi effettuati hanno analizzato in parallelo quindi la circolarità dei prodotti e i loro impatti, includendo anche considerazioni sugli aspetti energetici e di gestione dei rifiuti.
Alessandro Manzardo, ricercatore del Cura, durante la presentazione dell’iniziativa in occasione della Design Week milanese, spiega che “è importante mantenere un approccio quantitativo tramite strumenti quali l’Lca o gli indicatori di circolarità, in tal modo, finora, gli interventi che ci hanno permesso di sviluppare strategie di economia circolare hanno sempre combaciato con la diminuzione degli impatti“.
Per quanto riguarda la valutazione della circolarità, Manzardo aggiunge che “si voleva trovare un modo per misurarla e capire come migliorare, ma non sono standard che raccomandano una metodologia di consenso per misurare la circolarità dei prodotti, quindi abbiamo selezionato quelli più riconosciuti e scelto l’indicatore della Ellen MacArthur Foundation“.
Tale indicatore considera i flussi di materia e include la quantificazione di input/output riciclati, riciclabili, biodegradabili e rinnovabili, l’estensione della vita dei prodotti e la massimizzazione del loro utilizzo. L’analisi riguarda sia il ciclo tecnologico (principalmente il packaging), sia quello biologico (la parte edibile).
Nel ciclo tecnologico si è già a buon punto perché si è raggiunto l’80% di circolarità e si sta lavorando per incrementarla ulteriormente, aumentando la riciclabilità degli imballaggi, usando imballaggi secondari/terziari riciclati e riducendo il peso di quelli primari.
La parte biologica raggiunge il 50% di circolarità ma deve essere ulteriormente approfondita e riserva le maggiori potenzialità, tant’è che è previsto un confronto in merito con il Ministero dell’Ambiente, con cui Sammontana dal 2016 ha un accordo volontario, rinnovato nel 2018, anche in un’ottica di sviluppo di una proposta di Regola di Categoria di Prodotto (RCP) per lo schema Made Green in Italy.
Eco-design Sammontana: dalla ricetta al packaging
A livello di impatti, i più significativi si riscontrano soprattutto nella produzione delle materie prime per il gelato – in particolare, per quello contenente il latte, il maggior impatto risiede proprio nella produzione di questo ingrediente – perciò l’eco-design si applica anche alle ricette.
Per esempio, nel caso del prodotto in vaschetta l’utilizzo del latte di mandorla al posto di quello vaccino permette una riduzione della Carbon Footprint del 35-39%.
Ecco, quindi, che se si deve scegliere una materia prima si valutano diverse alternative sia a livello di ingrediente sia in base alla provenienza, in modo da ottenere un prodotto che garantisca la stessa qualità di sempre ma migliori le proprie performance ambientali.
In tutti gli studi sull’eco-design di un prodotto però la vera chiave è la disponibilità dei dati per poter effettuare le analisi.
Carlo Felice Chizzolini, direttore generale Industriale e Ambiente Sammontana Italia, commenta “Abbiamo sottoposto dei questionari ai nostri fornitori e ci siamo resi conti che un certo numero, quelli più maturi, hanno già fatto studi di Life Cycle Assessment e sono in grado di dare valutazioni numeriche dei loro prodotti. Stanno prendendo sempre più consapevolezza poiché vedono che c’è sempre più richiesta di dati e questo aspetto può diventare anche un plus per la scelta. Lo vediamo anche nei nostri clienti, che ci chiedono sempre più informazioni legate agli aspetti ambientali“.
Ovviamente, tutto questo impegno passa anche da iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, come sottolineato da Leonardo Bagnoli, Amministratore Delegato Sammontana Italia “Se si hanno fondi da investire per l’ambiente bisogna farlo partendo dalle scuole. Con il Progetto Scuola noi abbiamo portato del materiale per comunicare tutti questi concetti agli studenti, perché se si migliora la cultura dei bambini e dei ragazzi, gli adulti di domani saranno migliori di noi“.