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I Fridays For Future Milano chiedono lo stato di emergenza climatica

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Fridays For Future Milano

I Fridays For Future Milano chiedono l’emergenza climatica e ambientale. A una settimana dal secondo sciopero globale per il clima che si terrà venerdì 24 maggio hanno consegnato al Comune di Milano un documento con la richiesta di dichiarazione di emergenza climatica e ambientale.

È successo lo scorso venerdì 17 maggio: la giornata è iniziata come di consueto in Piazza della Scala alle 9:30, con lo sciopero del venerdì davanti a Palazzo Marino. Poi la consegna del documento nelle mani di un funzionario e la certezza che nell’ordine del giorno del consiglio comunale di oggi verrà presa in considerazione.

Proprio come è già avvenuto a Londra, i Fridays For Future Milano chiedono a Comune e a Regione Lombardia di dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, fissare l’obiettivo di riduzione a zero delle emissioni nette di gas serra per il 2030 e considerare la lotta al cambiamento climatico e la transizione a un’economia sostenibile come una priorità assoluta dei prossimi dieci anni.

Le azioni volte al contrasto dell’emergenza climatica devono essere guidate dai principi di giustizia climatica, democrazia partecipativa e trasparenza.

Seguendo l’esempio di Scozia, Galles, Regno Unito, Catalogna e altre città sparse per il mondo, gli attivisti milanesi chiedono la dichiarazione, sperando in un rapido provvedimento che possa dare il buon esempio al resto d’Italia.

Dopo l’iniziativa in piazza, i Fridays For Future Milano hanno attraversato la città in bicicletta, rivendicando uno spazio urbano senza auto e con mezzi accessibili a tutti e tutti, lasciando striscioni di fronte ad alcune grandi società, per richiedere azioni concrete non solo alle istituzioni ma anche agli imprenditori.

La giornata è proseguita presso il Politecnico di Milano, con l’iniziativa Di-Battiamoci – Il Dibattito per il tuo Futuro, una discussione sui temi del cambiamento climatico organizzato in collaborazione tra Fridays For Future Milano e Fondazione L’Albero Della Vita.

Ha aperto il dibattito l’introduzione di Frank Raes, climatologo di fama internazionale, in precedenza a capo dell’unità Rischi dei Cambiamenti Climatici presso il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea e Fondatore del Museum of Anthropocene Tecnhnology (MAT).

Nel suo discorso lo scienziato ha parlato dell’importanza dell’attrarre l’attenzione sul tema del cambiamento climatico, la cui matrice antropogenica non è più in discussione nella comunità scientifica. Ha inoltre ricordato il ruolo fondamentale dell’Accordo di Parigi e della necessaria velocità nella sua implementazione.

Lo scienziato ha inoltre evidenziato il rallentamento dell’Unione Europea nell’affrontare la problematica dei cambiamenti climatici, di come le emissioni siano rimaste qui inalterate dal 2013 e di uno stallo nell’implementazione delle energie rinnovabili.

Ha poi spiegato i fattori di questa lentezza, parlando della tragedia dei beni comuni e della loro difficile gestione, della pressione degli investitori nei combustibili fossili, dell’alto grado di corruzione nel mondo della politica e delle finanze gravitanti attorno a questi interessi e della fallacia del pensiero moderno nella sua totale separazione tra natura e uomo.

Il climatologo ha però elencato una serie di motivi per cui essere ottimisti, o meglio possibilisti: le conoscenze scientifiche e le tecnologie ci sono, basta implementarle. Le campagne di disinvestimento dalle fonti fossili sono sempre più nutrite; stiamo attraversando un periodo di transizione che ci porta oltre la modernità, alcuni parlano addirittura di un nuovo Rinascimento.

Lo scienziato ha concluso ricordando l’importanza dello studio oltre che della protesta, del ruolo fondamentale di una scuola libera e insegnanti preparati in questa transizione e della collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. Ha inoltre esortato i giovani a considerare i cambiamenti climatici non solo come un problema ma come un’opportunità, una sfida di evoluzione per la specie umana.

Dopo l’introduzione è iniziato il dibattito sul tema Dal consumismo alla Green economy: cambiare la domanda individuale o modificare l’offerta del mercato?

I partecipanti sono stati divisi in due squadre, uno pro Domanda e una pro Offerta come fattori determinanti di questa transizione. Una terza squadra ha avuto il ruolo di sintesi e rielaborazione di quanto espresso nel dibattito.

Si è scelto questo strumento anche tenendo conto delle idee e dei principi del movimento Fridays For Future, evitando il sindacato di una giuria, cercando di trasformare lo spirito da competitivo a cooperativo e di sviluppare capacità di ascolto attivo. Bilancio positivo per questo primo esperimento di dibattito per i Fridays For Future Milano.

A pochi giorni dal secondo sciopero globale Milano torna a rivendicare i propri diritti in tema di salute ambientale. In realtà, non si è mai fermata da quel 15 marzo dove in tanti erano in piazza. Ora, la consegna della richiesta di emergenza climatica al Comune e il prossimo strike for climate aggiungono determinazione.

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