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Corriamo al Bosco Arcadia per ripulirlo dai detriti del Po

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Un appuntamento sportivo, ecologico e naturalistico il prossimo ottobre presso il Bosco Arcadia nel tratto centrale del fiume Po

Il grande fiume Po si porta a casa un nuovo successo: è stato, infatti, appena dichiarato riserva Mab (Man and biosphere) dell’Unesco.

Il tratto centrale del fiume Po, che comprende un’ottantina comuni nelle province di Piacenza, Pavia, Lodi, Cremona, Parma, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo, va ad aggiungersi a quella del Delta del Po e quella di Collina Po in Piemonte.

Diventa ancora più importante proteggere questo territorio. Per questo il 6 ottobre 2019 proprio a ridosso del Po, a un passo da Voghera, ovvero al Bosco Arcadia di Pancarana si correrà la GpEcoRun versione plogging.

È impressionante la bellezza di questo posto che si estende per 80 ettari. Frutto del lavoro di una famiglia di agricoltori che qui da sempre lavora e vive per la salvaguardia della terra. E del suo fiume. Fiume potente che vive di alti e bassi.

Di momenti di secca e di piena. E quando è in piena il fiume più lungo d’Italia porta con sé tutto quello che trova. Come un gigantesco serbatoio di Gpl zavorrato a uno zoccolo di cemento che il fiume ha sputato in mezzo al bosco.

Ai partecipanti alla GpEcoRun versione plogging, ovviamente, chiederemo di occuparsi di ben altri detriti, bottigliette in primis, che possono capitare dall’ultima piena. Il Bosco Arcadia non se lo merita di essere contaminato dalla plastica.

Nato grazie all’idea di Piero Almangano, imprenditore agricolo di Pancarana, il progetto prende il via grazie al supporto economico di Regione Lombardia attraverso il bando 10mila ettari di nuovi boschi.

Un’area questa che “alla fine dell’inverno e in autunno viene completamente sommerso dalle piene del fiume. Proprio per questo fatto” spiega Almanganonon è mai stata un’area di particolare interesse agricolo diventando con il tempo una discarica accumulandosi rifiuti sia portati dal fiume che portati da persone maleducate che vedevano l’area come la soluzione dove buttare oggetti che non servivano più“.

Su 50 ettari del bosco “sono state tolte le piante malate e secche” continua l’imprenditore agricolo “e ripiantate circa 80mila piante, di essenze diverse, piante arbustive come pallon di maggio, salicone, sanguinello e piante di alto fusto come pioppo nero, pioppo bianco, salice e quercia“.

La scelta delle essenze delle piante è stata presa in base all’habitat naturale delle piante stesse e alla caratteristica geologica del luogo, la presenza continua dell’acqua durante le piene del fiume rende difficile la vita per alcune piante.

Anche i tempi di crescita e loro stagionalità sono stati un fattore considerato per il collocare le piante all’interno del bosco.

Gli arbusti di crescita veloce danno colore, profumo al bosco, i pioppi piante di alto fusto crescono in fretta mentre la quercia e il faggio da accrescimento più lento saranno i testimoni del bosco in futuro. I lavori sono iniziati nel 2007, inizialmente si è provveduto nel togliere i rifiuti trovati, le piante secche e malate.

7 i chilometri percorribili in lungo e in largo nel bosco, e praterie dove alcuni esemplari di piante fanno da congiunzione tra il bosco prima e dopo l’intervento.

Nei sentieri sono presenti le panchine per riposarsi e bacheche per aiutare i visitatori a conoscere meglio l’area, nelle praterie invece ci sono i tavoli da pic-nic per poter ristorarsi nel bosco“.

Dal 2007 i lavori sono perdurati fino al 2017, anno in cui il bosco è stato inaugurato, da quel momento si sono spesi circa 800mila euro.

La maggior parte della somma” precisa Almanganoè stata spesa all’inizio, di cui una buona parte è spesa ogni anno per mantenere pulito il bosco dai rifiuti che ogni anno porta il fiume durante le piene dai residui legnosi, come rami, tronchi e altre piante che naturalmente o per via del fiume, si depositano nel bosco“.

È proprio il cambiamento di un luogo dallo stato di completo abbandono a quello di pace e paradisiaco di oggi che ci ha aiutato nella scelta del nome di Arcadia, un tempo (antica Grecia) luogo dove pastori e contadini si raccontavano storie e intonavano canti.

Arcadia è anche il nome di un’importante accademia” sottolinea il figlio Marcofrequentata da Jacopo di Sannazaro, fondatore poi dell’omonima città a noi limitrofa. Sempre in Arcadia il fattore Cultura è sempre vivo, come richiamano i pallon di maggio conosciuti da Leopardi come viburni“.

Fin da molte generazioni la nostra famiglia” riprende la parola Pieroconduce un’azienda agricola di circa 42 ettari, in rotazione seminiamo cereali quali grano e orzo, e leguminose come soia, cece e pisello proteico. L’attenzione per la natura è un driver anche nelle scelte dell’azienda agricola, tanto è vero che da un paio di anni abbiamo iniziato le procedure per convertire l’azienda in agricoltura biologica, ottenendo la certificazione bio a settembre del 2018“.

Tanti gli eventi organizzati al Bosco Arcadia sia per adulti che bambini. E poi non mancano quelli sportivi: a partire dalle corse organizzate con Fidal di Pavia.

Eccoci: il 6 ottobre i runner potranno scegliere tra la 11 km competitiva o la 6 km della GpEcoRun versione plogging. I più volenterosi, in realtà, potrebbero addirittura farle entrambe.

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