Brevettata e depositata dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma la soluzione che dagli scarti di pomodoro, melone e carota va a migliorare la sicurezza degli alimenti
La forza dei vegetali non finirà mai di stupirci. Alleati del nostro benessere, sono sempre più utili anche nella salvaguardia dell’ambiente dove addirittura gli scarti prendono una seconda vita.
Sono infatti gli scarti del mondo agricolo a essere sempre più sotto la lente di ingrandimento dei laboratori di ricerca. Dove emergono interessanti soluzioni.
Come il nuovo brevetto depositato dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma che ha messo a punto un estratto antibatterico da scarti di pomodoro, melone e carota per aumentare la vita degli alimenti.
Nelle confezioni infatti è alta l’incidenza di patogeni alimentari, quali Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Bacillus cereus, Salmonella e nei confronti di microflore alterative.
La soluzione brevettata permette di aumentare la shelf-life degli alimenti. Il processo si basa sulla fermentazione di sottoprodotti della lavorazione agroalimentari ottenendo poi un estratto attivo che ha mostrato in vitro e in situ (in alimenti) con rilevante attività antibatterica nei confronti dei più comuni patogeni alimentari.
Il traguardo si deve a un gruppo di ricerca multidisciplinare. Riportiamo nomi e cognomi di chi ha brevettato la soluzione: Camilla Lazzi, Valentina Bernini, Erasmo Neviani, Gianni Galaverna, Martina Cirlini, Annalisa Ricci, Antonietta Maoloni,Luca Calani e Silvia Zanetti.
Il traguardo è stato raggiunto anche grazie al sostegno della Fondazione Cariparma: un finanziamento erogato nell’ambito della sessione speciale 2017, infatti, ha permesso di porre le basi del nuovo filone di ricerca, che nel corso di due anni ha portato al deposito del brevetto.
Questa importante realizzazione è frutto dell’integrazione delle competenze microbiologiche e chimiche del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco e della nuova linea di ricerca indirizzata alla valorizzazione dei sottoprodotti mediante fermentazione in stato solido per il recupero di molecole di interesse industriale.
La tematica, che si inserisce nella più ampia strategia della bioeconomia circolare, permette la valorizzazione di materiali di scarto per la produzione di composti innovativi ad alto valore aggiunto che possono trovare impiego in differenti ambiti industriali (alimentare, mangimistico, chimico e farmaceutico).
In particolare, il gruppo di Microbiologia degli Alimenti dell’ateneo è attualmente depositario di una collezione microbica costituita da 4.000 ceppi batterici: un enorme patrimonio biologico che rappresenta una grande potenzialità, ancora poco esplorata, per il trattamento di residui di lavorazione agro-industriale che potrebbero generare nuovo reddito mediante processi green e sostenibili.