Nel dicembre 2015, nell’ambito della 21a Conferenza delle parti della UNFCCC (COP21), 195 Paesi hanno adottato l’Accordo sul clima di Parigi, il primo accordo universale e giuridicamente vincolante, una svolta storica nel rafforzamento dell’azione collettiva per la lotta al cambiamento climatico.
L’Accordo sul clima di Parigi fissa il limite di innalzamento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’intento di contenerlo entro 1.5° C, obiettivo quest’ultimo ancora più stringente dopo l’uscita del Rapporto Speciale 1.5°C dell’IPCC nel 2018.
L’Accordo sul clima di Parigi si basa su un sistema di contributi volontari determinati a livello nazionale (INDC), che descrivono gli impegni che i Governi intendono conseguire su base quinquennale. Le parti dovranno raggiungere il picco globale di emissioni il prima possibile, per intraprendere in seguito rapide riduzioni.
L’accordo riconosce il ruolo fondamentale di città, regioni, enti locali e privati nella lotta al cambiamento climatico, promuovendo una cooperazione multi-livello. I Paesi industrializzati si impegnano a garantire entro il 2020 un fondo annuale di 100 miliardi di dollari, da estendere al 2025.
La COP24 di Katowice, animata dal Dialogo Talanoa, ha richiamato la necessità di incrementare gli impegni di riduzione delle emissioni decisi a Parigi.
In Polonia è stato adottato un Rulebook, un manuale operativo dettagliato, necessario per l’entrata in vigore dell’Accordo sul clima di Parigi nel 2020, e delle linee guida che descrivono le misure di mitigazione e adattamento locali, i dettagli del supporto finanziario nei paesi in via di sviluppo e il processo per stabilire nuovi obiettivi in materia di finanziamento dal 2025 in poi.
Per alcuni quanto concordato in Polonia risulta poco ambizioso, soprattutto dopo l’avvertimento degli scienziati dell’IPCC. Fondamentale per la tenuta di Katowice è stata la creazione di una High Ambition Coalition: una coalizione che e si è impegnata a migliorare i piani climatici nazionali prima del 2020 e a incrementare l’azione sul clima a breve e lungo termine.
Anche l’Italia ne fa parte e il Piano Energia Clima sarà la prima occasione per dimostrare un vero cambio di passo, a cominciare dalla effettiva operatività dell’uscita dal carbone entro il 2025.
Il prossimo appuntamento decisivo per l’implementazione dell’accordo sarà in Cile con la COP25 dove si dibatterà di oceani, Antartide, energie rinnovabili, economia circolare, ecosistemi, biodiversità, mobilità elettrica e il nodo dei 100 miliardi di dollari all’anno di trasferimenti dalle nazioni ricche a quelle povere, promessi da quasi un decennio e mai stanziati per intero.
L’Inghilterra ospiterà la COP26, l’Italia la Youth COP e la Pre-COP. Il 2020 sarà un anno cruciale e queste occasioni senza precedenti di presa di posizione sull’emergenza climatica e ambientale.
È fondamentale che quanto deciso a Parigi e nelle COP successive non rimanga lettera morta. Abbiamo poco tempo ma possiamo farcela!